Il commento di oggi

Asociali

Asociali

Lo spettacolo è quello di governi in conflitto con le leggi e con il buon senso. Il fatto che non sia solo quello attualmente in carica ma che si tratti di una folta compagnia, la dice lunga non solo sullo stato della politica ma sulla asocialità di noi cittadini. Nulla di tutto questo sarebbe neanche lontanamente possibile se non fosse che ciascuno si sente depositario di diritti esclusivi ed estraneo a qualsiasi forma di dovere sociale. Non potrebbe capitare che a prendere più voti sia chi promette più squilibrio dei conti pubblici e più debiti, se non fosse che ciascun elettore non ritiene di essere singolarmente coinvolto nelle conseguenze negative di quelle scelte dilapidatorie, mentre si aspira a essere destinatari di qualche nuova o maggiore dilapidazione. Ed è in ragione di tale diffusa asocialità che gli interessi organizzati di pochi possono prevalere sugli interessi diffusi di molti.

Occorre ringraziare i tassisti che ieri hanno scioperato. Grazie per avere dimostrato che se si abitua un interesse corporativo a essere soddisfatto, in barba all’interesse collettivo, poi non ci sarà mai limite alle pretese. Grazie ai tassisti che hanno scioperato nel mentre governano quelli che assicurano di volere difendere i tassisti. Il solo difetto dello sciopero di ieri è che non vi erano maggiori difficoltà a trovare un taxi rispetto a quelle che si incontrano ogni giorno. Oramai il più delle volte le app e i servizi telefonici ti rispondono che non ci sono taxi disponibili. Per forza, la domanda cresce ma l’offerta resta quella. Il che favorisce l’abusivismo, l’evasione fiscale e il mercato drogato delle licenze esistenti. Ma sono cose dette e scritte mille volte, inutilmente. Il punto è che esistono sentenze, fino alla Corte costituzionale, che stabiliscono l’irragionevolezza dei limiti posti al noleggio con conducente (Ncc) e la necessità di aprire il mercato alla concorrenza. Solo che chi governa e legifera se ne impipa, preferendo difendere la rendita corporativa.

Idem sul lato spiagge e stabilimenti balneari, che oramai viene da ridere anche solo a scriverne. Ci sono sentenze su sentenze, ma niente: non si schioda, il governo s’attesta nella ridicola e irrilevante diatriba sul bene scarso o illimitato, si espone al pubblico ludibrio pur di non mollare le corbellerie dette sull’ipotesi che orde di bagnini olandesi vengano a espropriarci delle spiagge. Ed è così facendo che s’impedisce la nascita di vere imprese italiane, talché domani saranno più forti le finanziarie olandesi e i bagnini resteranno immigrati. Un capolavoro.

Ma la cosa sensazionale è che le licenze taxi sono poco più di 23.400, mentre le concessioni balneari poco più di 12.000, mentre i clienti dei taxi e i bagnanti sono decine di milioni: quindi, se si trattasse di rincorrere il consenso, non ci sarebbe partita. Al punto che si dovrebbero difendere gli interessi di quanti ci lavorano (cosa che difatti facciamo, perché sono moltissimi i tassisti e i balneari che lavorano onestamente, non evadono il fisco dichiarando redditi irreali e non avrebbero nulla, ma proprio nulla da temere dall’aumento delle licenze e dalle gare). Se non funziona così è perché si è asociali: ci si lamenta e s’impreca quando non si trova un taxi, ci si lamenta perché un ombrellone e due sdraio costano troppo e non c’è neanche un servizio igienico decente, ma poi ci si volta dall’altra parte quando le cause di tali lamentele vengono tutelate e i corporativi protestano. «Che c’entro io?» oppure «Tanto non cambia niente». Sicuro, ragionando così si generano politici e governi che platealmente provano a violare il diritto, per assecondare interessi di pochi. La prova si ha quando cambia il colore del governo ma non aumentano le licenze e non si fanno le gare, perché non cambia l’asocialità diffusa.

È appena il caso di ricordare che la questione non è moralistica e affrontabile con i predicozzi, ma produce impoverimento e disfunzioni. Genera un Paese in debito, anche di ragionevolezza.

Davide Giacalone, La Ragione 22 maggio 2024

www.laragione.eu

 

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