Il commento di oggi

City Hall

giacalone editoriale 26 marzo 2024

Prima di difendere le orecchie dalla propaganda putiniana, che nega l’evidenza, sarà bene stropicciarsi gli occhi. Ci sono evidenze talmente enormi da non capacitarsi del fatto che tanti occhi guardino in quella direzione e non se ne avvedano. Perché, nel pieno di Mosca, una grande insegna reca scritto “City Hall”? Quell’insegna dice molto, peccato non capirlo. Perché tante persone che volevano solo divertirsi avevano comperato il biglietto e si erano recate nella City Hall per andare a sentire un concerto dei Picnic (gruppo musicale russo che suona musica rock e che quando è nato, quarantasei anni fa, era proibito)? Quella rock è musica nata dalle nostre parti. City Hall è roba che si trova dalle nostre parti. Ma lì si è a Mosca. Solo perché accecati dal vittimismo e dall’autoconvinzione della soccombenza si può non vedere quelli che sono segni del nostro trionfo, della nostra enorme capacità d’influenza nel costume e nella lingua. Ed è non vedendo il successo che poi non vedi il significato della reazione: il perdente Putin si vendica cercando di ritornare al passato.

Il Crocus City Hall – centro commerciale con sale per congressi e concerti – è stato aperto nel 2009. L’oligarca che lo realizza attira il pubblico invitando ad accedere al mondo bello e aperto, quello in cui le cose si chiamano in inglese. I terroristi che hanno fatto strage, come il despota che prova ad attribuirla agli ucraini, hanno in comune l’odio per quel mondo. Quello che i moscoviti, quella sera, volevano frequentare. E noi niente, sembriamo incapaci di leggere i segni della storia. Sembriamo disturbati dall’essere noi l’oggetto del desiderio. Eppure non è così difficile da vedere: a correre verso il nostro mondo, a desiderare di viverci, non sono soltanto i poveri attirati dalla ricchezza ma anche i ricchi attirati dalla bellezza. Russi in testa. E chi resta a Mosca deve accontentarsi di una City Hall, con il sogno di essere altrove.

Ora spingiamo lo sguardo dietro l’insegna, verso lo scempio cui assistiamo e la tragedia che prepara. L’intelligence statunitense varò nel 2022 la condotta della pubblicità. Ebbero notizie dalla Russia, videro le truppe ammassarsi e non tennero il segreto, ma dissero: sta per invadere l’Ucraina. Ricordate le reazioni di allora? Sberleffi e prese in giro. Ora gli stessi servizi hanno osservato un’operazione russa contro gruppi di terroristi islamici, hanno valutato il lavoro fatto male, hanno raccolto informazioni e il 7 marzo hanno avvertito: si prepara un attentato a Mosca. Reazioni: sberleffi e accuse di volere turbare la tranquillità della dittatura putiniana. Che ora procederà alla repressione, ma nel solo modo in cui agiscono gli incapaci: alla cieca e contro quelli che non c’entrano niente.

Ma no, dicono i plotoni digitali putinofili: gli americani lo hanno prima minacciato e poi realizzato. Come afferma l’arrogante delirio del Cremlino, questa è roba ucraina con la Cia e il Mossad (che anche loro, in fondo, se devono guardare un film guardano quelli americani). E qui sembra che nessuno sia in grado di rispondere nel merito: se la guerra in Ucraina è ancora in corso, costando migliaia di vite, se un Putin perdente fin dal secondo giorno ancora cannoneggia e ammazza è perché noi occidentali, fin dall’inizio, abbiamo deciso di difendere l’Ucraina ma non di fornire loro le armi per colpire la Russia. Siamo noi che non abbiamo mai chiuso la porta al dialogo diplomatico. Siamo noi che abbiamo impedito di affondare il colpo. Siamo noi che, con Macron, siamo andati due volte alla corte di Putin per chiedere ascolto, ricevendone indietro umiliazioni. Il negoziato non c’è perché Putin non lo vuole. O non se lo può permettere. Ecco perché un missile invade lo spazio aereo polacco: perché il dittatore sanguinario vuole che nessuno pensi di potere negoziare.

Non perda tempo a far torturare i terroristi, per fargli confessare che il mandante è Zelensky. Diffonda anche questa pagliacciata, segno ulteriore della sua sconfitta.

Davide Giacalone, La Ragione 26 marzo 2024

www.laragione.eu

Condividi questo articolo