La stagione apertasi con la fine dell’Unione Sovietica è chiusa e le false elezioni in Russia non cambiano la difesa assoluta di democrazia che passa dall’Ucraina
Le false elezioni russe non cambiano niente. Solo Matteo Salvini può elogiare un risultato con gli oppositori ammazzati, in galera o costretti a espatriare. Ma sono miserie italiane. Quel che conta è in Russia: la stagione apertasi con la fine dell’Unione Sovietica è chiusa e Putin colloca quel Paese fra gli Stati canaglia. È un fatto e peserà per anni.
Ci si ricordi, allora, di come le libere democrazie vinsero la partita del secolo scorso: lavorare alla distensione senza nulla concedere alla minaccia militare, armare la propria potenza per disarmare l’aggressività imperialista.
Mosca ebbe i suoi utili idioti fra comunisti e sinistri di ieri, li ha fra sovranisti e destri di oggi. Non è una novità. Quel che conta è non perdere la bussola della libertà e della sicurezza, che oggi comporta la difesa dell’Ucraina e l’allestimento della forza militare europea.
Chi puntò alla nostra sconfitta si disse pacifista da sinistro e lo ripete ora da destra. L’idiozia ha una sua grottesca coerenza.
Davide Giacalone, La Ragione 19 marzo 2024