Il commento di oggi

EstreMisti

editoriale giacalone 1 novembre 2023

Israele ha ragione, ma… Israele deve difendersi, ma… Quelli di Hamas sono terroristi, ma… Un “ma” ci sta sempre bene: quelli del “senza se e senza ma” non sono i più determinati, bensì solo gli esponenti del pensiero molle che si maschera con il linguaggio duro. Il problema è sapere dove conducono i “ma”. E per saperlo non possiamo che distinguere fra noi, cittadini delle democrazie occidentali, e loro, cittadini d’Israele.

Noi abbiamo il dovere non soltanto di difendere Israele, ma di sentire quello Stato come baluardo della nostra identità. Se non esistesse più Israele non esisteremmo più noi. E abbiamo il dovere di affrontare a viso aperto quanti, nella nostra parte del mondo, mimetizzano con i distinguo, i pacifismi e gli umanitarismi l’odio per le democrazie, per l’Occidente e per gli ebrei. Abbiamo il dovere di segnalare l’antisemitismo di destra e di sinistra, travestito da antisionismo e pertanto pronto a comprendere, se non giustificare, l’azione di terroristi fondamentalisti. Che non sono nemici di Israele, ma della civiltà.

Abbiamo il dovere di guardare in faccia chi parla dei palestinesi come degli oppressi, ricordando che i nemici dei palestinesi sono i terroristi di Hamas e quanti li hanno usati e usano come arma per rendere incerta la sicurezza e l’esistenza stessa di Israele. Abbiamo il dovere di studiare e comprendere – che non significa giustificare – perché certo che ci sono buone ragioni da parte palestinese e, con una così lunga storia di guerre, vi sono torti da parte di Israele, ma se uno Stato palestinese non è mai nato è per responsabilità dei presunti amici e veri nemici dei palestinesi. E abbiamo il dovere di affrontare quegli invasati che pretendono di dirsi di sinistra e si ritrovano dalla parte di teocrazie guerrafondaie, che soffiano sul fuoco di quel conflitto per non dovere rendere conto dell’ammazzare ragazze che osano scoprire una ciocca di capelli od omosessuali soltanto per l’essere tali. Gente sinistra, quella, mica di sinistra. Incapaci di condannare in modo inequivoco le bande di ladri che si sono arricchite rubando il pane ai bambini palestinesi.

Non possiamo venire meno a questi nostri doveri, confermando d’essere dalla parte del diritto d’Israele a vivere in sicurezza. Che è poi il solo modo perché possa esistere uno Stato palestinese. Poi ci sono loro, gli israeliani.

In Israele le piazze si sono riempite per protestare contro Netanyahu che provava a sovvertire l’ordine istituzionale per salvarsi dalla galera, ma non si sono riempite per contestare il pericolosissimo equilibrio fra estremisti palestinesi ed estremisti israeliani, non si sono riempite contro l’espansione dei coloni in Cisgiordania e per contestare la lettura mistica di quella sottrazione di terra ai palestinesi. Ci sono state voci autorevoli e nette, certamente, ma non la percezione di quali potevano essere le conseguenze dell’affidarsi all’estremismo interno.

Non è una questione di destra o sinistra, ma ben più profonda: se le voci dell’estremismo si sono rafforzate e quelle della moderazione e della convivenza sono divenute fioche è perché le seconde non avevano più una visione da offrire, soccombendo alla radicalizzazione e arrendendosi all’andazzo corrente.

Israele è una democrazia, ma “democrazia” non è un aggettivo di bontà e giustizia. La democrazia è un metodo per convivere e decidere. Meravigliosamente imperfetto, il migliore esistente. Ma un governo democratico non è giusto in sé e quello israeliano è stato a lungo sbagliato.

Noi, da fratelli, possiamo e dobbiamo ricordarlo loro. Senza che questo cambi di un capello la nostra difesa di Israele e senza che attenui in alcun modo non soltanto la condanna ma il profondo disprezzo per l’antisemitismo che circola nelle vene dei nostri corpi democratici, dimostrazione di una tara che ci rese capaci di orrori che oggi si specchiano in quelli dei bestemmiatori di Allah, come qui da noi altre divinità – appena ieri – sono state bestemmiate con le leggi razziali e lo sterminio.

Davide Giacalone, La Ragione 1° novembre 2023

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