Il commento di oggi

DeAmbulo

DeAmbulo
l più sciocco degli errori è credere che il tema delle concessioni pubbliche, dagli ambulanti ai balneari, sia un tema di “imposizioni” europee, laddove lo è di interessi italiani.

Il più sciocco degli errori è credere – e il più sospetto dei raggiri è far credere – che il tema delle concessioni pubbliche, dagli ambulanti ai balneari, sia un tema diimposizionieuropee, laddove lo è di interessi italiani. Purtroppo, sul punto, la presidente del Consiglio ha svicolato senza rispondere: vedremo, approfondiremo. C’è poco da approfondire, semmai molto da chiarire.

Prendiamo gli ambulanti: sul serio qualcuno può credere che ci siano mani adunche del mercato che vogliono allungarsi sulle bancarelle? Sul serio qualcuno può seguire Giulio Tremonti nel pensare che il tema del mercato sia la concorrenza fra bancarelle marchigiane e bavaresi, fra i loro gestori? Suvvia.

Nessuno toglierà mai il diritto a occupare il suolo pubblico e commerciarci, spostandosi da una piazza all’altra, a chi ne ha regolare licenza. Non avrebbe senso e la tutela non si trova nel bloccare una direttiva europea o nel rinviare e prorogare per incapacità di governare, ma nello stendere regole di gara sensate. L’interesse di chi fa quel lavoro non consiste nell’essere continuamente sospeso nel vuoto delle mancate decisioni, ma di muoversi in un quadro di regole stabili che gli consentano di investire e, quindi, guadagnare di più fornendo un servizio migliore. Così come la stabilità e certezza del diritto servono agli amministratori locali corretti, altrimenti sempre bloccati dalle speculazioni demagogiche, dalle pressioni corporative e dai ricorsi ai tribunali amministrativi regionali. Mentre a quelli che coprono le rendite di posizione va benissimo il frizzato caos attuale.

A Roma c’è una fitta rete di falsi ambulanti che non deambulano affatto, sono sempre fissi nei medesimi posti – come praticamente dentro la Fontana di Trevi o al Pincio – divenendo bar e vendendo cibo e bevande senza pagare l’affitto. Camioncini alimentati con generatori a gasolio, inquinanti, rumorosi e antiestetici dentro i quali, la notte, dorme un immigrato cui è affidato il punto vendita, in condizioni igieniche che lascio immaginare. Questi sarebbero gli italiani ambulanti da tutelare? Dice Tremonti che la direttiva Ue è fuori dalla storia e ha ragione, perché dentro la storia c’è questa robaccia. Non solo: se guardi chi lavora nel camioncino o il caldarrostaio all’angolo, non ti si presenta certo innanzi un riccastro profittatore, ma nemmeno un concessionario: quella è la manovalanza, sfruttata da chi ha collezionato concessioni (e credo sia competenza della Procura della Repubblica indagare come). Si pensa sia civile prorogare tutto per lustri? Questi sono gli interessi fin qui protetti, facendo credere di proteggere gli onesti ambulanti.

In Romagna stanno allestendo le gare per gli stabilimenti balneari. Procedendo in questo modo si farà il contrario dell’avere il turismo come industria e ricchezza nazionale. Si spezzetterà il mercato con regolazioni diverse. Mentre dove le gare non si faranno – o saranno bloccate dai ricorsi – il bene pubblico resterà nelle mani di chi lo ha ereditato dal bisnonno e non ci ha più investito un centesimo, considerandolo una rendita a bassissimo costo, visto che i canoni sono ridicoli. Questo danneggia l’interesse degli olandesi? Solo se vengono a fare il bagno qui, mentre danneggia enormemente quello degli italiani. Intesi sia come contribuenti impoveriti dall’avere concesso un proprio bene per due breccole; sia come bagnanti pelati e senza avere a disposizione neanche decenti servizi igienici; sia come imprenditori pronti a modernizzare, investire, innovare, ma bloccati dall’essere nati con il bisnonno sbagliato.

Messa in politichese questa è una gnagnera insopportabilmente noiosa, fatta di sparate senza fondamento reale, ammiccanti a presunte conquiste dall’estero. Messa in ragionevolese questa è una dilapidazione ai danni dei cittadini e delle imprese, con la destra e la sinistra che scappano davanti alle decisioni, perché decise a esprimersi nell’idioma più utilizzato: l’arzigogolese.

Davide Giacalone, La Ragione 5 gennaio 2024

Condividi questo articolo