Il commento di oggi

L’Antitrust contro le concentrazioni digitali

L’Antitrust contro le concentrazioni digitali

L’Antitrust statunitense ha chiesto a Google di vendere il motore di ricerca Chrome, contestando un abuso di posizione dominante. Posizione che è stata acquisita non per espansione, ma per acquisizione dei concorrenti. Un classico caso di concentrazione che accresce sì le economie di scala, ma compromette la competizione. Per giunta in un mercato assai sensibile come quello dell’informazione. Un passo che segnala la oramai acquisita consapevolezza che il mercato del digitale non possa continuare ad avere le caratteristiche deregolamentate che ne hanno favorito l’espansione, ma anche la concentrazione in troppo poche mani. Il che vale anche per il mondo dei così detti social, che sempre più diventano strumenti di indirizzo e manipolazione dell’opinione pubblica.

La deregolamentazione iniziale sembrava dover produrre una specie di anarchia libertaria, ma hanno generato un mercato che ha caratteristiche opposte, con preoccupanti ricadute sia commerciali che politiche. Da questo punto di vista l’Unione europea si trova su una posizione più avanzata e anticipatamente consapevole, ma anche a dover fare i conti con un mercato in cui gli europei sono solo clienti e non protagonisti. Il tutto senza dimenticare il ruolo essenziale della formazione (anche scolastica), perché avere il 35% dei giovani che non è in grado di riconoscere le notizie palesemente false – senza che nessuno risponda dei falsi che vengono messi in circolazione – diventa un pericolo per le democrazie.

Davide Giacalone, La Ragione 20 novembre 2024

www.laragione.eu

Condividi questo articolo