Politica

Bipolari

giacalone editoriale 12 giu 2

Va letto Guido Crosetto, per farsi un’idea di dove porta il voto. Poi vanno lette le pensose considerazioni sul presunto ritorno della realtà bipolare, che per potere tornare deve esserci già stata, il che suggerisce si stia forse parlando del disturbo bipolare, un tempo sindrome maniaco-depressiva.

Crosetto è la guida. Avevamo visto che il governo era corso a presentare un disegno di legge di riforma costituzionale, intitolato al «premierato». Sicché avevamo osservato che il premierato contenuto in quell’articolato non esiste da nessuna parte del mondo. Poi, a pochi giorni dalle elezioni europee, il governo ha varato un secondo disegno di legge di riforma costituzionale, intitolato alla separazione delle carriere fra magistrati della Procura (l’accusa) e giudici. Avevamo quindi capito che la seconda cosa sarebbe venuta dopo la prima, sospettando che, in quel modo, non sarebbe venuta mai. E siccome la presidente del Consiglio andava ripetendo che il premierato sarebbe servito non a lei ma in futuro, a partire dalla prossima legislatura – aggiungendo che, proprio per questo, in caso di bocciatura referendaria non si sarebbe dimessa – avevamo capito che il referendum si sarebbe fatto prima delle elezioni politiche. Avevamo capito male. O avevamo capito bene, ma hanno pensato di cambiare l’ordine delle cose.

Dice Crosetto, intervistato da “La Repubblica”: «Mi pareva di avere capito che si volesse dare in questa fase la priorità alla riforma della giustizia, perché quella del premierato andava maturata e spiegata meglio». Al contrario che a noi, a lui non sembra di capire una cosa o l’altra ma espone la linea da seguire: il premierato passa in coda. Decisione saggia, visto che il testo è scombiccherato e che se si dovesse fare un referendum per l’altra riforma – quella della separazione delle carriere – sarebbe ridicolo e suicida che la sinistra volesse battersi per la sua cancellazione. Passando in coda, però, il premierato è facile che passi in cavalleria. Se ne riparlerà un domani. Intanto dimenticatevi il referendum pro o contro Meloni.

Il che ci porta al bipolare. Come sistema e come disturbo. Dicono che le elezioni europee abbiano segnato il suo ritorno. Ma quando mai c’è stato? Quello dal 1948 al 1994 è stato un sistema che si reggeva su un partito di maggioranza relativa – che senza gli alleati non poteva governare – e un grosso partito d’opposizione che non poteva essere autonoma alternativa. Strano bipolarismo, senza il secondo polo. Quello nato nel 1994 è un sistema diverso, basato sulla sceneggiata di un bipolarismo costruito attorno alla persona del suo ideatore Silvio Berlusconi, con il risultato che mentre dal 1948 al 1994 i parlamentari che, da soli, cambiarono schieramento non raggiunsero le due decine, dal 1994 in poi si sono contati a centinaia. Il tutto reggendosi su coalizioni unite soltanto dal desiderio di vincere e con componenti che passano dall’una all’altra.

Lasciamo perdere il ritorno, parliamo dell’avvento. Giunse il bipolarismo? Alle elezioni europee Fratelli d’Italia ha raccolto il 28,8% dei voti, mentre il Partito democratico il 24,1%. In crescita, ma nessuno dei due potrebbe governare da solo e sommandoli si raggiunge il 52,9%. Cioè la metà. Ma siccome ha votato la metà degli elettori, il bipolarismo quoterebbe il 26% degli italiani. Ciò non toglie nulla alla legittimità dei risultati (chi non vota lascia che decidano gli altri), ma rende friabili le basi del supposto sistema bipolare.

Il fatto è che la politica italiana, come realtà e rappresentazione, campa di contrapposizione. Che la comunicazione poi racconta. Non è una novità: ci si ricordi delle «due grinte», Craxi e De Mita. Il guaio è che ora non si disputano gli elettori, ma fidelizzano i tifosi. Che diminuiscono.

Se ci fosse il bipartitismo all’inglese nessuno sentirebbe il bisogno di eleggere direttamente il primo ministro, che colà non lo eleggono, divenendolo chi guida il partito vincente. Ergo ha ragione Crosetto: riparliamone un’altra volta.

Davide Giacalone, La Ragione 12 giugno 2024

www.laragione.eu

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