Si avvicina la domenica referendaria, e gli unici che hanno potuto ascoltare un qualche dibattito nel merito delle scelte che si devono compiere sono i malati. Spero per loro che non sia una cosa grave, ma, certo, quella settimana a letto ha consentito loro di seguire le apposite tribune Rai.
Gli altri, quelli sani, o che pensano di essere tali, hanno sentito, al massimo, degli appelli ad andare o non andare a votare.
Penso che ci siano degli ottimi motivi per andare a votare, e per votare SI all’abrogazione delle norme relative alla giustizia ed al mondo del lavoro. Non voglio, però, scrivere una nota per malati (che saranno anche stufi) e non mi nascondo dietro un dito: in questo, come in altri casi, c’è un referendum dominante, ed è quello sul sistema elettorale. Ecco, quel referendum lì ci sono ottimi motivi per non andare a votarlo.
Intanto non è vero quel che la propaganda dice, non è vero che se vincessero i SI ci ritroveremmo con un sistema maggioritario uninominale puro. E’ una balla. Il referendum non abroga la quota proporzionale, bensì il modo in cui viene ripartita. Noi, quindi, di due cose siamo assolutamente certi (e, badate bene, sono due cose su cui consentono tutte le persone ragionevoli, comunque la pensino), e cioè: 1. quale che sia il risultato referendario sarà necessario mettere mano ad una riforma del sistema elettorale; 2. tale riforma non sarà comunque possibile in questa legislatura.
Dal che deriva che la teoria secondo la quale è bene votare SI per favorire le riforme è campata per aria, mentre, comunque, il risultato di quel SI non sarebbe né una buona legge, né un sistema destinato a durare. Morale: quel referendum è diventato inutile.
Che il mondo politico si scaldi tanto attorno ad una questione inutile, poi, è in qualche modo segno dei tempi. Si agitano le bandiere per sentirsi vivi e per fare immagine, ma ci si scorda del fatto che sulle bandiere non campeggia una qualche idea ben distinguibile. Roba da essere invidiosi tanto dei tifosi laziali quanto dei seguaci di Fatima (che, però, era figlia di Maometto), loro, almeno, sanno, o credono di sapere, quel che vogliono.