Politica

Ancora il grande vecchio

Oscar Luigi Scalfaro è il Presidente della Repubblica italiana, ma non solo. Per lunghi anni è stato ministro degli affari Interni, quando già si era consumata la tragedia di Aldo Moro.

Prima di allora era stato uno dei protagonisti della nostra vita democratica, fin dagli anni dell’Assemblea Costituente. Nulla, quindi, autorizza a prendere sottogamba le cose che dice.

Ebbene, Scalfaro va ripetendo che dietro alle Brigate Rosse vi era qualcuno in grado di manovrarle. Che si tratti di una intelligenza singola o di un servizio segreto straniero, di gruppi italiani od esteri, fin qui, non è dato saperlo. Quella di Scalfaro non è un’opinione come le altre, ed all’autorevolezza della fonte si unisce la difformità con le cose che fin qui conosciamo.

Sulle Brigate Rosse, difatti, esiste una vasta produzione letteraria, alimentata dalle memorie di molti dei protagonisti; esiste un ripetuto approfondimento processuale, arricchito dalle testimonianze di molti pentiti, ovvero di pluriomicidi cui lo Stato ha concesso indulgenza in cambio delle loro verità. Nessuna di queste fonti ci parla, in maniera significativa, di una qualche entità che si sarebbe trovata alle spalle delle BR. Se qualcosa ci dovesse essere, quindi, se ne dovrebbe dedurre che i premiatissimi pentiti hanno mentito, così come hanno mentito quanti hanno voluto raccontare la propria storia.

La cosa non stupirebbe, dato che non stiamo parlando di galantuomini, ma di assassini. Eppure la logica porta a credere che le loro menzogne siano concentrate nel tentativo di celare o diminuire le miserie di una organizzazione che ha sparso molto sangue innocente, piuttosto che nel ridimensionarne la grandezza del disegno eversivo. Ma la logica vuole anche che Scalfaro non si stia divertendo a parlare a vanvera e, lo ripetiamo, il suo è un pulpito informato.

Allora, però, il capo dello Stato farebbe bene a precisare il suo pensiero, esplicitandone la parte frutto di informazioni, e chiarendo se si sta parlando di un supporto logistico-ideologico, o di una vera eterodirezione strategica. E se questa ci fu, si limitò al rapimento Moro, od ebbe un ruolo in tutta l’attività delle BR? Ed agì solo con le BR, od anche con altri gruppi eversivi? Ed il capo dello Stato, da quanto tempo ne è a conoscenza? Quali fatti nuovi si sono verificati? Perché ha fin qui taciuto?

A Scalfaro non sfuggirà un fatto : invocare la cultura della legalità e, poi, su fatti di questa rilevanza, essere allusivi o reticenti, potrebbe sembrare contraddittorio.

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