Politica

Basta con la par condicio

Sarebbe ora di chiudere con la follia ingenerata dall’uso don abbondesco del latinorum: basta con la par condicio. La richiesta, fatta dal centro destra, di sospendere tutte le trasmissioni politiche è solo l’ultimo frutto di quell’albero malato.

La par condicio, è bene non dimenticarlo, fu voluta dal Presidente Scalfaro, che assai impropriamente entrò nella competizione elettorale, per impedire ad una parte politica la comunicazione diretta con gli elettori. Per proibire la pubblicità e gli spot, tanto per esser chiari. Fu una gran sciocchezza, sconosciuta presso grandi e forti democrazie. Il punto, semmai, è quello di delegare alla commissione parlamentare di vigilanza, con valore anche per le televisioni private, la messa a punto di un regolamento che stabilisca quali spazi ed a quali prezzi possono essere venduti. Condizioni inderogabilmente uguali per tutti, poi ciascuno spenda i propri soldi come crede.

Per quel che riguarda le trasmissioni d’approfondimento politico, invece, è un semplice assurdo chiedere di bloccarle proprio in vista di una scadenza elettorale, cioè quando si presume sia maggiore il bisogno di conoscenza politica. Si dovrebbe, semmai, chiedere il contrario, d’intensificarle. Ma, si osserva, spesso capita che si tratti di trasmissioni faziose e di parte. Anche qui, è bene distinguere.

La faziosità non nuoce alla democrazia, laddove si tratta di manifestare o far manifestare idee di parte. Anzi, è essa stessa la democrazia, purché si assicuri alle altre parti la possibilità di replicare ed argomentare. Ed anche qui, ben venga un ruolo della commissione di vigilanza, o, addirittura, si assegni tale arbitraggio all’Autorità. Assai diverso è il discorso se per faziosità s’intende l’uso propagandistico di materiale che con la battaglia politica non ha nulla a che vedere, tipo corna, costumi sessuali, opinioni religiose o procedimenti penali in corso. Qui non credo che si tratti di regolamentare, ma semplicemente di proibire.

Solo un incivile privo d’argomenti dice del proprio avversario politico non che le sue idee sono sbagliate, ma che il procuratore Tal dei Tali ha dei dubbi sulla sua onestà. E’ un incivile perché così facendo viola lo spirito e la lettera della nostra Costituzione. Purtroppo il carro degli incivili è gremitissimo, pertanto sarei favorevole a proibire la diffusione di notizie, quali che esse siano, sui procedimenti penali in corso. Non per i politici e nel corso della campagna elettorale, ma per tutti e per sempre. Si dia notizia, anche particolareggiata, solo delle sentenze passate in giudicato. La si finisca, ora e per sempre, con la barbarie dei processi in televisione.

Così facendo si otterrà anche l’estinzione del surreale dibattito sul blocco dei dibattiti e, accessorio di non poco valore, si diffonderà l’opinione che la celerità dei processi penali è un bene collettivo.

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