Politica

Battuti come tappeti

Ancora si discetta dei risultati amministrativi, ma hanno suscitano un clamore che non meritano. Sono talmente scontati da essere stati qui ripetutamente annunciati: 1. il Pdl è piallato; 2. il Pd perde anche dove la sinistra vince; 3. l’astensione cresce; 4. Grillo incassa il dividendo dell’altrui vaniloquio (qualcuno suggerisca al Colle di non continuare a fargli propaganda). Così la vedevamo andare e così è andata. Non preoccupa che in molti strillino per quel che era prevedibile e previsto, ma che non ne capiscano il senso e non vedano la via d’uscita. Da imboccare subito.

Non serve trastullarsi con false attenuanti. Il Pdl non è stato punito per l’appoggio al governo Monti, ma per non essere riuscito a dire una cosa che sia una circa quel che accadrà dopo, quel che ci aspetta e quel che si deve ancora fare, ponendo condizioni serie al governo stesso. Il Pd non ha perso le primarie perché ha trionfato la democrazia popolare, ma perché quel popolo detesta i dirigenti del partito e quasi tutto quel che incarnano, sicché portano i loro voti (decrescenti) a qualsiasi cosa di sinistra non sia il Pd. Mi dispiace per entrambe, perché non poche persone impigliate e sommerse in quei due partiti sono migliori di quanti si lanciano al loro assolto, ma è così. Entrambe, oltretutto, prendono in faccia lo schiaffone dei sardi, che sopprimono alcune provincie da sé soli, visto che altri ne blaterano in modo inconcludente da quaranta (dicasi quaranta) anni. E allora?

Allora non ha senso dire: da ora in poi basta vertici dei segretari. Posizione sciocca, perché dovevano accorgersi prima che l’Abc non contava nulla (e se leggessero, oltre a parlare …). E’ sciocca perché o togli al governo la fiducia, cosa che non sono nella condizione di fare, oppure meglio avere una qualche voce in capitolo. E’ sciocca per è quel che Monti va cercando, difatti non perde occasione per aizzare i tori sanguinanti. E’ sciocca perché non si tratta di stabilire cosa il governo può portare a questa o quella forza politica, ma cosa le forze politiche possono fare per non precipitare nella totale inutilità. Questo è il punto.

Guardate la scena europea: a. la gente va a votare contro il governo, meno che da noi, perché il governo non si candida e non si candiderà; b. in Francia e in Grecia l’elettorato si frantuma, ma la Francia ha un risultato univoco, mentre la Grecia precipita nel caleidoscopio nazi-comunista. La differenza, al netto della ben diversa situazione economica, è data dal sistema istituzionale e da quello elettorale (nelle democrazie sane camminano assieme). Qui sta la grande mancanza dei grossi partiti italiani, come anche dei numerosi terzi poli che biascicano frasi fatte. Quando nacque il governo Monti sostenemmo: commissariati nel potere esecutivo i partiti hanno il dovere di concentrarsi e accelerare in quello legislativo, sulle riforme istituzionali, se non ne saranno capaci sono da considerarsi defunti. Parlammo di “dead parties walking”. Eccoli qui.

Temo che non se ne farà nulla, che gli incapaci siano effettivamente tali. Ma la questione si ripresenterà pari pari dopo le elezioni politiche, che si sarebbero dovute fare due anni fa: o cambiamo il sistema istituzionale ed elettorale o l’effetto della non politica, delle non scelte e dell’impossibilità di governare sarà l’allevamento intensivo degli ortotteri. I due grossi partiti, o quel che rimane di loro, hanno un interesse in comune: non farsi divorare dalle ali, dai gruppi di pressione e dai rivoltosi. Come le elezioni amministrative abbondantemente dimostrano, brani consistenti delle loro carni sono già nelle altrui fauci. Si sbrighino, sistemi come il ballottaggio a doppio turno o il maggioritario uninominale consentono di ottenere quel risultato, ma vanno accompagnati con la ridefinizione dell’ordinamento costituzionale. Il governo deve contare di più, deve essere più stabile. Non si tratta di organizzare un convegno, e meno ancora di dare mandato a degli esperti (il cielo ne scampi!), è questione schiettamente e totalmente politica. Non si tratta di sconvocare i vertici Abc, ma di dare loro sostanza vera e proiettata nel futuro. Poi si va a votare, ciascuno alternativo all’altro, ma riconoscendo il bisogno collettivo di completare il lavoro avviato. Battano un colpo, ora, o dopo un altro colpo come quello amministrativo saranno battuti come tappeti.

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