Politica

Bifronte

Bifronte

Non è soltanto una questione di ipocrisia e trasformismo, ma una questione che ha a che vedere con il futuro di tutti noi, non con quello di qualche partitante in continua agitazione propagandistica.

La Lega di Salvini non avrebbe mai mandato aiuti all’Ucraina, perché stava e sta dalla parte di Putin e del suo misticismo imperialista. Non fu un incidente di percorso, ma una scelta quella che la vide alleata con i 5 Stelle nel governo che firmò l’adesione dell’Italia – assieme all’Ungheria, unici nel G7 – alla cinese Via della seta. La Lega ora è in un governo di segno opposto e s’acconcia a votare il contrario di quel che pensa, pur continuando a pensare che prima o dopo si potrà smetterla di aiutare l’Ucraina.

Il Partito democratico, dal canto suo, era ben convinto del dovere di dare aiuto all’Ucraina, anche perché erede di una cultura politica – quella comunista – che aveva conosciuto il servilismo nei confronti dell’imperialismo russo (che tale rimase anche quando fu sovietico), ne aveva assaporato le umiliazioni e si era riciclata grazie all’innesto della sinistra democristiana. Ora però è all’opposizione di un governo dove siede la Lega, ma è guidato da una Meloni che ha fatto una scelta non coerente – anche lei fu dalla parte di Putin e si batté contro le sanzioni, all’epoca della Crimea – ma nettamente atlantista. E fa opposizione in (suicida) alleanza con i 5 Stelle, sicché non vota più a favore degli aiuti all’Ucraina e usa l’astensione come viatico verso la contrarietà, motivata con le solite e inutilissime invocazioni di diplomazia (hanno memoria di quante volte l’Ue e Macron provarono a fermare Putin?) e pace (hanno idea della pace nascente dalla vittoria di Putin?). La tentazione di chiudere il discorso con un giudizio morale sui bifronte c’è, ma è sbagliata. Perché si devono aprire gli occhi sulla politica che si prepara. Quello conta.

Continuiamo a leggere sondaggi e analisi sulle prossime elezioni europee, con la solita attenzione agli schieramenti: c’è chi sottolinea il crescere delle destre, chi constata che popolari, liberali e socialisti resteranno la maggioranza. Ma non è quella la faglia decisiva. La ragione per cui i cristianodemocratici, e a maggior ragione tutti gli altri, non vogliono avere a che fare con la francese Le Pen (alleata di Salvini) non è relativa a quel che dice sui diritti civili o sull’immigrazione, perché quando si va sul concreto – come noi italiani dovremmo sapere – molti proclami divengono burlette: la ragione è che Le Pen ha preso soldi da Putin. È uno strumento di Putin. E non è la sola a essere in quella condizione. Nel secolo scorso le quinte colonne russe erano non solo, ma quasi tutte di sinistra; ora sono non solo, ma quasi tutte di destra.

La loro missione è sfasciare, per il resto sono libere di scegliere il come. Non ha nessuna importanza che lo facciano soffiando sui nazionalismi da rattrappimento, che pompino le superstizioni no-vax o che non la smettano di triturare gli zebedei sulle infinite colpe europee, con l’Ue affamatrice e liberticida. Non ha importanza ma sta di fatto che è proprio in quella roba che si esercitano, a seconda delle stagioni. La missione è una sola: sfasciare. Perché quello è l’interesse russo, fin da Pietro il Grande: dividere ed espandersi.

Certo che i comunisti furono antifascisti, ma subirono un servile e umiliante stop quando Stalin fece l’accordo con Hitler (1939), prendendosi una parte della Polonia. Mosca è generosa di appoggi e soldi, con chi reca questi servigi. E quella è la vera faglia, in vista delle elezioni: chi sceglie l’atlantismo democratico e chi il servilismo neozarista. Noi abbiamo, del secondo, una presenza al governo: è un contagio da ricovero all’opposizione. Ciò non danneggia loro, che chi se ne importa, ma l’Italia e la sicurezza europea.

Ai cittadini la scelta deve essere chiara, perché sperare nella prosperità senza pace e nella pace senza sicurezza da opporre a chi invade con le armi non è una pia speranza, ma un diabolico inganno.

 

Davide Giacalone

Pubblicato da La Ragione

www.laragione.eu

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