Politica

Buco romano

Avete presente i sondaggi elettorali su Roma, con la gran parte degli elettori che non ha idea di cosa voterà? E le interminabili scucuzzate interne al centro destra? Tutto questo è niente. Perché se vi viene la cattiva idea che è venuta a me ne riemergerete schiumando rabbia. Quale? Andare a leggere i programmi dei candidati. Attività demodé, ma istruttiva.

Forse vi sarete accorti che viviamo nell’era digitale, talché si possono aprire dei siti, consultabili via web, e in quelli mettere programmi, informazioni e altro. Se ve ne siete accorti mi fa piacere per voi. Taluni candidati no, non se ne sono accorti. Metto fin da subito nel conto che ciascuno lamenterà il fatto che non ho letto il documento giusto, preso dal sito giusto. Rispondo subito: un altro elettore che dedica due ore a leggere (o cercare di leggere) le vostre cose non lo trovate manco se lo pagate. Se le vostre buone idee mi sono sfuggite è colpa vostra, perché quel che ho trovato rimbomba di vuoto a perdere.

Guido Bertolaso, candidato di Forza Italia, è il caso più semplice: passa la gran parte del suo tempo a rispondere che non pensa di ritirarsi. C’è un sito a suo nome, che sono andato, fiducioso, a compulsare, solo che c’è scritto: “sarà disponibile a breve”. Mi limito a osservare che a breve si vota. Per il resto dice di andare in giro ad ascoltare la gente. Io, che sono all’antica, pensavo si dovesse andare in giro per parlare alla gente. Ma sono idee vintage.

Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia) ha anch’ella un blog, ma in quello non ha pubblicato un programma. Né è indicata altra fonte cui rivolgersi. La grande foto e la grande scritta è giusto che ci siano, ma sotto, poi, si trovano tre o quattro articoli-interviste. Per leggerle tutte puoi cambiare pagina 497 volte. La gran parte delle cose qui raccolte si riferisce a polemiche politiche e disfide di schieramento. Un cosa chiara l’ho trovata sulla nettezza urbana: bisogna portare la differenziata almeno al 75%, “poi toglierò i cassonetti e li sostituirò con cestini multi-materiali”. Ora, però, se ti candidi a fare il sindaco devi pur soffermarti sul fatto che la raccolta differenziata costa, che quella attualmente praticata non è solo una percentuale bassa, ma anche una gran presa in giro, e che, comunque, funziona se hai impianti di smaltimento che valorizzino il lavoro di distinzione. In quanto ai cestini, a Roma ne comparvero di ghisa, con l’imboccatura laterale. Non so quale sindaco li dispose, spero gli torni nei sogni. Normalmente erano luridi e strabocchevoli, e se t’incaponivi a metterci dentro anche la tua carta c’era la possibilità di sozzarsi. Inoltre erano dotabili, per problemi di sicurezza (a Roma un bersaglio passa ogni giorno), di capsula isolante, poi rimossa con comodo. Avrà osservato, il candidato Meloni, che sono stati saggiamente sostituiti con sacchi trasparenti e facilmente rimuovibili. Ma non è un programma, è stato già fatto.

Anche Roberto Giachetti (Pd) ha un suo sito. Anche lui ha deciso di metterci tutto, ma non un programma. Del resto: senza programma si presentò alle primarie, il che gli portò fortuna. Ho trovato questo concetto: “Le tasse sono da record mentre i servizi – dai mezzi pubblici alla nettezza urbana – sono da città non all’altezza di una capitale europea”. Lo sforzo del pensiero giustifica la compitazione non ineccepibile. Dice anche, Giachetti, di essere favorevole ad alcune privatizzazioni, come di Farmacap e Assicurazioni di Roma (tanto, osservo io, il cittadino neanche suppone esistano), ma non certo dell’Atac, l’azienda dei trasporti, non ora, almeno. E perché? Perché sarebbe una “svendita”, dato che una volta risanata potrebbe valere dieci volte tanto. Una volta risanata? Ma l’azienda dei trasporti ha bisogno di fare investimenti, c’è bisogno di spendere. Intende decuplicare il biglietto o cosa? Qui, in attesa del risanamento, si rischia di mettere in conto al contribuente altre dieci volte quel che ha già scucito, per un servizio davvero non esaltante.

Virginia Raggi (Movimento 5 Stelle) dispone di un sito funzionale. Brava. Lasciamo perdere tutte le robe tipo “voltare pagina”, “rompere con il passato”, faremo quel che non è mai stato fatto e così via renzeggiando (pardon, ma l’uso dell’iperbole nuovista lo vede come campione). Anche lei, come la Meloni, vuole aumentare la raccolta differenziata, anche lei tralasciando il dettaglio dei costi. Ma si spinge oltre: la raccolta va fatta porta a porta, in modo da premiare i più diligenti, secondo la formula: “più ricicli meno paghi”. Ora, a parte che non riciclo nulla, a casa, e quel che riciclo non è nettezza urbana, ma per fare una cosa simile ci vuole un esercito di addetti. Ci sono esperienze (buone) in tal senso, ma richiedono punti di raccolta. Sui trasporti tocca una vetta: dopo avere riassunto in quanti crepiamo, per incidenti stradali, in quel di Roma, e a che punto è l’inquinamento, ricordando la sua esperienza in Consiglio comunale afferma: “questi anni sono stati utili per comprendere al meglio le criticità della mobilità romana. Ora tutti assieme, cittadini, esperti e associazioni affronteremo e costruiremo le soluzioni”. Come se fosse Antani. Della serie: votatemi, che una qualche roba la famo.

Alfio Marchini perderà di certo. Ha dedicato troppo tempo al programma. Non solo è facile arrivarci, ma anche leggerlo. Certo, si deve avere lo stomaco per superare l’editto d’apertura: “Piedi nel quartiere, sguardo nel mondo”. Messi i piedi dove vi pare, si può dissentire o assentire, ma delle cose ci sono. E non è senza (triste) significato che questo avvenga per il solo candidato senza partito.

Roma è un posto meraviglioso, ma la politica romana è precipitata in un buco profondo. Quasi quanto le buche di cui è costellata la città. La destra s’è distinta in liti e minacce aperte, ma questo non distragga dal dato di fondo: a destra e a sinistra una politica senza idee e programmi. Il vuoto riempito con personalismi che, in condizioni normali, dovrebbero muovere a umano compatimento. E’ incredibile che solo il 40% dei romani non sappia ancora per chi votare.

Pubblicato da Libero

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