Politica

Can che abbaia…

Essere azzannati da un pitbull non deve essere piacevole, ma noi, come al solito, siamo propensi a vedere il lato positivo della cosa. Non so se ci avete fatto caso, ma da quando i pitbull hanno deciso di addentar le chiappe di mezzo mondo sono spariti i pedofili.

E non so se ci avevate fatto caso, ma da quando i pedofili avevano rinfocolato le loro luride attività nessuno più lanciava sassi dai cavalcavia. Non che sia stato un affare, ma, forse, vale la pena di riflettere sul mondo nel quale campiamo.
Nel nostro mondo, che è sempre più il mondo della comunicazione, le cose esistono o non esistono a seconda che la televisione le mostri. Se la televisione trasmette, per centinaia di volte, un parabrezza sfondato da un paio di cretini che lanciano sassi ecco che la cosa diventa un’emergenza. A quel punto i giornali, oramai succubi del piccolo schermo, faranno paginate d’analisi e lanceranno alte le grida d’allarme. Il ministro, chiunque esso sia, viene messo in mora: che provvedimenti intende prendere? Così i nostri cavalcavia, adesso, sono tutti numerati. Poi, siccome tutto stufa, dei sassi ci si dimentica, e si passa ad altro.
La pedofilia è cosa orrenda, ma mi rifiuto di credere che, ad un certo punto, sia diventata la fantasia sessuale più diffusa. Eppure, seguendo analogo meccanismo, è stata per mesi un’emergenza. Ora tutto tace. L’estate ci ha regalato i cani.
Quando eravamo molto giovani, e ci dilettavamo di giornalismo, ci dicevano: se un cane morde un uomo, non è una notizia. La notizia, semmai, è: uomo morde cane. Semplice, ed anche logico. Ed invece no, perché il morso di un cane non era notizia per un giornalismo alla ricerca di notizie; al contrario, per un giornalismo che le notizie le crea, anche il morso può essere un fenomeno. Qui, credo, vale la regola inversa che per la pedofilia: ci sono, ogni giorno, nel mondo, più morsi di quanti ne vengano reclamizzati, ma quei pochi sono sufficienti ad alimentare lo spettacolo.
Così il ministro interviene e stila l’elenco dei cani pericolosi, cioè quasi tutti, con offensiva esclusione del barboncino. Il ministro fa del suo meglio, e non scappa alle regole dello spettacolo, solo vorrei osservare che ci sono molossi affettuosamente sbavosi e volpini che meriterebbero di essere strangolati. La differenza, di solito, sta nel padrone. E qui avvertiamo il pericolo.
Lo stesso ministro, difatti, per tutelare le nostre trippe, ha chiesto (e forse imporrà) ai ristoratori di dimezzare le porzioni, lasciando immutati i prezzi. Ora, se i padroni si rifaranno, con comprensibile rabbia, sui cani (anche perché scarseggeranno gli avanzi), avremo pastori tedeschi denutriti che s’acquatteranno languidi fuori dagli asili nido. A quel punto a che servirà aver vaccinato il pargolo contro l’influenza?

Condividi questo articolo