Politica

Canone Rai, dissento e rilancio

Dissento e rilancio. Non mi piace l’idea di suggerire ai cittadini di mentire al fisco, ma la rivolta contro il canone è giusta e può essere condotta a viso aperto. Si deve essere consapevoli, però, delle conseguenze. In quanto al mentire, i cittadini già lo fanno, tanto è vero che l’evasione del canone supera il 30%.

Sollecitarli a metterlo per iscritto significa mandare loro in trincea, quando, invece, questo è un mestiere che tocca alla politica. Sono stati eletti? Che facciano il loro dovere. E che il loro dovere sia quello di cancellare l’obbrobrio del canone non c’è dubbio, per le ragioni che seguono.
Prima, però, una considerazione generale, tanto per non prenderci in giro: il canone è una forma di finanziamento non solo della Rai, ma dell’intero mercato televisivo. Finché c’è questa (pessima) Rai, e finché c’è questo (pessimo) canone, è chiaro che rimangono anche i limiti più bassi per l’affollamento pubblicitario nella televisione di Stato. E questa è una buona cosa per i concorrenti (plurale), che pascolano su prati più vasti. Il conflitto d’interessi è sventolato dalla sinistra come se fosse una specie d’impedimento ad essere eletti e governare, il che è una fregnaccia. Il conflitto d’interessi non nuoce alla democrazia se è visibile e palese. Nel caso di Silvio Berlusconi è non solo visibile, ma manovrabile con il telecomando. Secondo la sinistra lo spinge a far cose oscure, per il proprio tornaconto, a me sembra, invece, che qualche volta serva ad evitare che si facciano quelle giuste, come privatizzare la Rai e sbaraccare la mangiatoia, con gran gioia della sinistra stessa, che gestisce la mandria più grossa. In ogni caso, sollecitare i cittadini a far da soli è come suggerire: vai avanti tu. Non è una dottrina eroica.
Invece si può fare molto di più. Tutto il canone è una truffa. E’ un’imposta, per sua natura scissa da prestazioni dirette da parte dello Stato, dovuta all’erario per il solo fatto di possedere un televisore o altro mezzo adattabile alla ricezione delle trasmissioni televisive (e questo è già un imbroglio, perché il computer con il quale scrivo è idoneo, ma io lo uso per altri scopi). Ma a noi cittadini giungono le lettere e la pubblicità della Rai, che non è lo Stato, semmai la sua mortificazione, che c’invitano a pagare l’“abbonamento”. A cosa? Io non voglio abbonarmi ad un accidente e questi, su carta intestata di roba statale mi stanno truffando. Se, poi, non pago, allora passano la pratica all’agenzia delle entrate, che incarica la Guardia di Finanza di eseguire pignoramenti. Per cosa, per un abbonamento?
Andiamo avanti. La Rai non solo truffa, ma è responsabile di estorsioni. Prendete il caso di due coniugi, o di una normale famiglia, la legge dice: dovete pagare una volta l’imposta e se avete anche una seconda o terza casa, non per questo dovete pagare ancora. Bene. Però, com’è noto, le tasse sulla prima casa sono più basse di quelle per l’acquisto di seconde abitazioni, sicché capita che uno dei coniugi prenda la residenza al mare od in montagna. Arriva la Rai è dice: non siete più la stessa famiglia, quindi dovete pagare un secondo canone. Hanno inventato il concetto di “nucleo familiare anagrafico”. Sono matti, oppure sono un modo per accorciare il tempo dei divorzi. E non si placano, perché continuano a tempestare il cittadino d’ingiunzioni che suonano come tentate estorsioni. Se poi, stremato ed impaurito dalle minacce, quello paga, allora l’estorsione si consuma. A fronte di ciò è la magistratura che ha il dovere d’intervenire, mentre la politica non può restare a guardare, come se fosse normale l’andazzo sconcio cui siamo sottoposti. Questo che leggete è un articolo, pubblicato da un quotidiano, sto scrivendo di reati, mi assumo io la responsabilità di quel che sostengo, non mando avanti altri. Rispondano, se ne sono capaci. Altrimenti ripubblichiamo questa denuncia, con la stessa tenacia degli esattori ottusi.
Tutto questo per raccattare quattrini utili al servizio pubblico. Quale? Non c’è nessuno che sappia anche solo definirlo. Non si sa cosa sia. Si sa, invece, che nell’azienda pubblica si raccomandano gli amici, si piazzano i congiunti, si spingono i protetti, e si mettono i sodali ad amministrarla. Ogni opposizione, non importa di quale colore, sostiene che la maggioranza s’è impadronita della Rai. E’ vero, ha ragione. Salvo che quando l’opposizione diventa maggioranza fa esattamente la stessa cosa.
Morale: chi vuole strozzare il finanziamento della televisione di Stato, liberando il cittadino dalla truffa estorsiva del canone, deve sapere che la conseguenza è la privatizzazione della Rai. Credo che sarebbe grande, giusta e bella cosa. Non ne hanno il coraggio? Si dividono fra quelli che ci mangiano e quelli che facendoli mangiare li distraggono da un altro banchetto? Questa è la triste realtà, che figlia non un Paese in rivolta, pronto a disdire il canone ed affrontare a petto nudo le visite fiscali, ma un mondo tartufesco, fatto d’evasori nascosti, di furbetti senza aspirazioni civili, di gente che vede a chi vanno a finire i propri soldi e se può, giustamente, evita di darglieli.

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