Politica

Capitale nella palta

Il Tevere era più bello che pericoloso, e quando tutti gridavano al possibile disastro il sottosegretario Bertolaso avvertiva che l’unico problema erano gli imbecilli, incapaci di ormeggiare i barconi. Il fatto è che Roma non annega quando il fiume la minaccia, ma quando piove. Senza che neanche diluvi. Gli ex sindaci di sinistra, Rutelli e Veltroni, se la prendono con l’attuale di destra, Alemanno. Incapace, gli dicono. E lui: è colpa vostra. La scena è poco avvincente, e tende a renderli tutti irrilevanti. Rimestiamo il fango.
Una donna è morta non perché è straripato il Tevere, ma perché un sottopassaggio s’è allagato. A Roma i sottopassaggi si allagano tutti, basta che non si viva in siccità da mesi. Il traffico si ferma, la gente impazzisce ed i vigili del fuoco cercano a tentoni il tombino otturato. Tanto lo sanno che è quella la causa, sempre la stessa. In anni lontani Roma non si bloccò per la neve, mentre Milano era immobilizzata. Forattini disegnò il sindaco meneghino che si rivolgeva al cielo: “Dio terrone”! Ma allora governava la politica dei ladri. Ora che l’amministrazione e riverginata, che al sindaco con il motorino è succeduto il kennediano de noantri, l’appalto per la manutenzione viaria è tutto del napoletano Alfredo Romeo. Il cui gruppo ha in gestione un patrimonio pubblico di quasi 50 miliardi, un margine operativo lordo del 21,8%, ed una redditività del capitale proprio pari al 41,1. Bravissimo.
Se fossimo dei travagliati qualsiasi metteremmo in fila le condanne penali finite in prescrizione e le indagini (tipo “Magnanapoli”, che vorrei conoscere chi trova certi nomi) che lo interessano. Siccome il cielo ci ha fatto la grazia di non esserlo, mi limito a ribadire che la giustizia italiana fa schifo, perché questo presunto innocente viene talora distratto dal suo redditizio lavoro. Dato, però, che l’impegno della sua azienda non impedisce alla capitale di finire nella palta ogni volta che non splende il sole, chiedo: è il munifico contratto che non prevede obblighi e penali, nel qual caso la giunta che lo elaborò merita l’ostracismo, o l’umana pietà che impedisce di denunciare l’inadempimento, nel qual caso è corresponsabile anche chi arriva a cose fatte? Giusto per sapere, e per evitare che la cosa galleggi nel fascicolo: “il barcarolo”.

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