Il consiglio dei ministri cancella la norma, sulla quale aveva appena chiesto ed ottenuto la fiducia, relativa all’accorciamento della prescrizione per i reati contabili. Lo fa con un decreto legge, e vedremo se anche su questo porrà la fiducia, in ogni caso, a distanza di pochi giorni, sullo stesso tema e con posizioni opposte lo stesso governo ricorre a sistemi regolamentari e di legge per impedire il dibattito parlamentare. Davvero non un bello spettacolo.
Detto questo, comunque, Prodi sostiene che si è trattato di una svista, di una pesce saltato fuori nell’agitato mare della finanziaria, di una intruso imbarcatosi clandestinamente nei 1365 commi del mostruoso articolo unico. Non c’è ragione di non credergli. E’ sicuro che una parte della sua maggioranza quella norma la voleva e scientemente (nonché legittimamente) la perseguiva, ma può anche essere vero che il resto della coalizione non se ne sia neanche accorta. Il fatto è che questo è, appunto, un problema, perché di errori tutti ne possono commettere, ma la redazione di una legge così importante non può non avere sistemi di filtro e garanzia che impediscano di queste scivolate. Nulla di tutto questo ha funzionato, e se il comma 1346 ha destato scandalo, ve ne sono molti altri di cui nessuno ha ancora compreso il significato e gli effetti, così come ve ne sono del tutto inutili, o rispondenti a piccole faccende di potere. Insomma, lo ripeto ancora una volta, lo strumento della finanziaria non funziona più, va rivisto profondamente, probabilmente cancellato. Il governo ha le sue colpe, che in questo caso sono gravi, ma tocca anche all’opposizione porsi il problema del corretto funzionamento delle istituzioni.