Politica

Come Telekom Serbia

Prodi ha ragione, potrebbe finire come Telekom Serbia. Il centro destra potrebbe rimettere in campo la propria insipienza politica, il desiderio d’imitare il peggio degli altri e, alla fine, ritrovarsi ancora ridicolizzato. Prodi ha ragione, non è escluso che finisca così. Oppure no, magari si torna a parlare di cosa veramente fu, Telekom Serbia.

Quello fu uno scandalo economico ed uno scandalo politico che l’incauto moralismo della destra tentò di trasformare in uno scandalo di tangenti, andando appresso ad improbabili personaggi. Alla sinistra il moralismo funziona, alla destra no. La ragione è genetica e strumentale, attiene alle radici del pensiero ed ai collegamenti con la magistratura. A me, comunque, pare che il moralismo di ambo le parti difetti di un ingrediente fondamentale: l’etica. Ma veniamo alla Serbia.

Nel 1997 Prodi guidava il governo, lo stesso che varò la malaprivatizzazione di Telecom. La Serbia era nelle mani di Milosevic, ed è in quelle, con pacchi di bigliettoni trasferiti rocambolescamente, che furono consegnati 878 miliardi di lire. Telecom Italia era presieduta da Guido Rossi (oh, sono sempre gli stessi!) ed amministrata da Tomasi di Vignano, poi premiato con le municipalizzare rosse. Cinque anni dopo Telekom Serbia sarà restituita al governo serbo, in cambio di 378 miliardi di lire. In cinque anni si sono persi 500 miliardi.

In quel giugno del 1997 la Telecom era ancora controllata dallo Stato italiano, mentre quello serbo era governato da un nemico dell’umanità e degli interessi occidentali. Tanto è vero che, di lì a qualche mese, previa defenestrazione di Prodi e governante D’Alema, andammo a bombardarlo, a fargli la guerra, la guerra, nell’ambito di un’azione Nato ed infischiandocene dell’Onu, che aveva miseramente fallito. Facemmo bene, e fecero bene gli statunitensi a prendere la mira ed abbattere gli impianti di Telekom Serbia. Purtoppo, però, era stato il governo Prodi a consentire che si facessero affari e si consegnassero denari al nemico. Questo è l’insuperabile scandalo politico. Il fatto che Prodi lo ricordi con beffardo orgoglio, che speri le cose vadano nello stesso modo, ha a che vedere, lo dicevo, con l’incapacità dei suoi oppositori. Ma nel lavoro di corruzione ed oblio, non conti sulla nostra collaborazione.

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