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Tutto sta a non farsi del male provando a tenere in equilibrio le corbellerie che si dissero con le cose che si devono fare. Chi sfugge al compromesso con la realtà finisce con il compromettersi appresso alle promesse impossibili. Lo svantaggio di chi oggi governa è che di corbellerie ne disse tante. Il vantaggio è che l’odierna opposizione insidia il record.

Provare a non smentirsi troppo porta a utilizzare retoriche molto pericolose. La ricchezza prodotta continua a crescere. A un ritmo più lento, rispetto a un triennio di crescita molto alta, ma continua a crescere. L’Italia che compete va bene e allarga il proprio mercato. I soldi per gli investimenti ci sono, con il rischio che siano pure troppi (il cielo non voglia). Il governo è in difficoltà perché gli uni promisero più pensioni, gli altri meno prelievi previdenziali e assieme drastiche riduzioni della pressione fiscale. Corbellerie. Non che sia giusto o sbagliato, ma è fuori dalla realtà. L’errore grave è pensare di tenere il piede in due scarpe, usando la retorica della povertà e della crisi quali cause che giustificherebbero maggiore deficit e debito. Non riusciranno nell’intento, ma apriranno le porte a chi userà quella retorica per definire “affamatore” il governo.

La destra dovrebbe avere preso atto del pericolo: se alimenti la retorica della paura, dell’invasione e della sostituzione etnica poi quello coerente è il militare che ti rimprovera di non essere coerente, prontamente sostenuto dai tuoi compari di destra, lesti a sfruttare la tua debolezza.

Se alla fine del Consiglio dei ministri in cui si parla tanto dei soldi che non ci sono e per niente di quelli che si spendono per prendere il 20% di Netco (2,5 miliardi) – adducendo un valore «strategico» che sarebbe bello fosse illustrato senza stare fra le nuvole del generico – ce la si cava dicendo «Andrò a Caivano e non sarà una passerella», ci si espone al pericolo di vedersi ritorcere contro la retorica della sicurezza. Il ministro Nordio deve prepararsi a vedere nascere un nuovo reato e ad avallare altri aumenti delle pene (immaginarie) o si moltiplicano i Carabinieri in loco? Nel secondo e più razionale caso, ci si prepari ai disordini, perché lì l’economia è in larga parte evasione ed eversione.

Meloni ha fatto bene a riconoscere il grave errore del 2014, all’epoca dell’annessione russa della Crimea, solo che ha preferito attribuirlo all’Occidente che sanzionava, senza dire che erano lei e gli altri della sua coalizione a opporsi. Sembra una furbata, ma poi torna a gola e i russofili (tanti, da quelle parti) faranno valere l’ennesima incoerenza.

Le partite in positivo che il governo può giocare sono decisive e promettenti, ma deve saperlo fare. L’immigrazione è un fronte delicato sul quale è necessario schierare molta più Unione europea, ma a prendere sovranità, non a sostenerla nella sconfitta certa. O lavori per arginare l’immigrazione irregolare o tieni in equilibrio le corbellerie antieuropeiste che dicesti (e gli alleati che ti scegliesti). Le due cose assieme è impossibile. La questione del Patto di stabilità è determinante, ma o ci si spende sul fronte che punta a maggiore elasticità per i troppo indebitati (con i francesi) – in quel caso cedendo sovranità e dovendo negoziare le leggi di bilancio fuori d’Italia – oppure si accettano i paletti e le riduzioni percentuali (con i tedeschi) e ci si tiene l’autonomia di bilancio. Oppure ancora, e sarebbe merito storico, si accettano riduzioni di sovranità nazionale in cambio di maggiore sovranità europea, il che significa debito comune per scopi comuni.

Il governo Meloni non ha opposizione e manca di alternative in questa legislatura. Non è un buon motivo per farsi l’opposizione da solo, coltivandola nel proprio seno, dividendosi fra chi segue la compatibilità e chi insegue la visibilità. Il problema collettivo non è che comandi Tizio o Caia, ma che nessuno sia interessato al comando pur di conservare il cappello con i ghirigori del comandante.

Davide Giacalone, La Ragione 30 agosto 2023

www.laragione.eu

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