Khaled Asaad deve essere vendicato. Onorato e ricordato per il coraggio con cui ha difeso la cultura e la memora dell’umanità. Palmira, i cui tesori ha studiato e custodito per tutta la vita, deve essere difesa dalle mani dei fondamentalisti islamici. Scusate il cinismo: è un’occasione da cogliere. Prevedo le due obiezioni: a. perché la gola di Asaad vale più delle troppe gole che sono già state tagliate (e delle tante che lo saranno)? b. perché dovremmo pagare una guerra, accettare di mandarvi a morire alcuni dei nostri, quando quelli si scannano fra loro? Servono risposte nette.
Quel vecchio di 81 anni è un eroe cui non si deve dedicare, fra una settantina di anni, un film alla Monuments man. Inutile avere coscienze e lacrime a scoppio ritardato. Quei resti del passato valgono più di una vita umana, perché sono la nostra vita collettiva. E’ ragionevole supporre che i vermi neri dell’Is siano al 50% dei rincoglioniti fanatici e al 50% degli strumenti nelle mani dei trafficanti. Entrambe le metà vanno schiacciate. Asaad ha fatto la sua parte, cerchiamo d’essere all’altezza. La sua, inoltre, era la gola di un siriano, la cui fede religiosa è irrilevante (per quel che qui ci occupa). Muoversi per non rendere inutile la sua morte è l’occasione per chiarire che non si tratta e non si tratterà mai di una guerra di religione (questo è quel che vogliono i fondamentalisti islamici), ma di civiltà. Quella aggredita a Palmira, come in altri siti, non è una fede, ma la civiltà. Ed è anche l’occasione per rendere noto che si può intervenire in Siria non per proteggere un altro nemico della convivenza civile, come Bashar al Assad, ma per mettere in sicurezza gli uomini liberi e noi stessi.
Ieri abbiamo appreso che i fondamentalisti di Boko Haram, in Nigeria, si sono prodotti in una ulteriore strage. 150 le vittime. La cifra tonda dimostra che è approssimativa. Non riesco a capire in base a quale logica dovremmo commuoverci nell’accogliere chi scappa da Boko Haram, ma non dovremmo muoverci nel far scappare gli assassini. Però vedo una cosa: la resistenza alle torture e il sacrificio di Asaad sono argomenti più efficaci, per parlare all’opinione pubblica dei paesi liberi e far comprendere la necessità di non restare a guardare.
Ma chi ce lo fa fare? E non rischiamo di far scoppiare la terza guerra mondiale? No. Quel rischio lo corriamo restando inerti. Quella prospettiva è dietro l’angolo, bastando che qualcuno decida di colpire Israele con armi che siano più da esercito che da terroristi. A quel punto il Medio Oriente prende fuoco e noi siamo nel rogo, potendo scegliere solo se farci incenerire o reagire cremando gli altri. A quel punto si scava un fronte che chiamerà all’intervento chi non ha mai smesso di sostenere che Israele va cancellata, collocando nel nulla chi non l’ha mai riconosciuta. Quella sarebbe la guerra mondiale. Ce lo fa fare, quindi, il fatto che i nemici della civiltà hanno ancora alle spalle molti interessi, ma nessuno stato disposto a entrare in guerra. Potranno ricevere ancora molti soldi, ma non sapranno cosa farci, da morti.
Quel che è successo in Egitto, il già avvenuto cambio di passo dell’Arabia Saudita, la minore baldanza degli stati del Golfo che s’erano messi a ruzzare con i tagliagole, gli accordi con l’Iran da mettere alla prova, il cambio di fronte (insincero, forse, infido, di sicuro) della Turchia, sono tutti elementi che ci dicono: intervenire ora costerà caro, ma assai meno di quel che costerebbe attendere. Il tempo dell’attesa sarà il tempo del terrorismo, capace di compromettere quel che ci favorisce, mentre è escluso che lo consolidi. Ci conviene intervenire perché non ci conviene attendere.
Al contrario di tante paure, che hanno un fondamento e destano reazioni emotive, io non credo affatto che l’Occidente sia al suo tramonto (previsione già smentita il secolo scorso), né che cederemo il passo alla merdaglia fondamentalista. Non ci domineranno mai, per quanti errori possano commettere classi dirigenti occidentali allevate nel privilegio e ignare del dolore. Il punto è un altro: quale prezzo si paga, per porre fine a questa pagina di storia, relegandola fra gli orrori del passato? Più si lascia correre più sale. Tutto qui. Ed è tutto.
Pubblicato da Libero