Politica

Conflitto nella sinistra

Lo scontro interno alla sinistra si annuncia durissimo. Rileggete quel che ha detto Fassino, parlando al festival dell’Unità di Firenze, a proposito delle inchieste giudiziarie e delle intercettazioni telefoniche: “C’è qualcuno che spera di dare un colpo ai Ds e ai loro dirigenti, di ridurne la credibilità perché ha paura che il Pd nasca con un contributo nostro troppo riconosciuto e troppo evidente”. E’ chiaro che si riferisce ai suoi alleati, non certo al centro destra.
Non si tratta solo del male endemico della così detta “seconda Repubblica”, quello delle coalizioni eterogenee in cui ciascuno cerca di distinguersi, che affligge entrambe i poli. Qui la posta è assai più alta, consistendo in un dominio politico che prescinde dal risultato elettorale. Veltroni, l’ho già scritto, è il candidato della continuità, incarna la volontà di sopravvivenza dell’apparato che fu comunista. Ha la vittoria delle primarie in tasca, ma per vincere la partita politica deve far fuori Prodi e mettere nell’angolo il tentativo di Rutelli di ragionare su alleanze diverse. Fassino e D’Alema sostengono la sua candidatura, pur non amandolo, per salvare se stessi ed il proprio mondo. Da qui la conclusione, non priva di fascino, cui giunge il segretario della quercia: chi colpisce noi lo fa per avvantaggiare le altre componenti dell’Unione. Il problema, come si vede, non è il confronto con le dissennatezze della sinistra antagonista, ma lo scontro con quella moderata.
La sinistra che non fu comunista può ragionare di diverse alleanze, può auspicare di perdere dei pezzi sul versante comunista per sottrarre consensi allo schieramento avversario. Hanno un serio problema di credibilità e sopportano il peso di un Prodi che, per sopravvivere, è pronto a tutto, ma il ragionamento ha un senso. La sinistra che fu comunista, invece, cerca un sotterraneo dialogo con Berlusconi, per risolvere sul terreno istituzionale il conflitto con i propri centristi. Sono strategie opposte, destinate, probabilmente, entrambe a fallire, ma entrambe prese in ostaggio da Prodi, il più bravo. Il centro destra osserva, soddisfatto ed inebetito. Sembra facciano fatica a capire che se la politica si troverà tutta dentro lo scontro a sinistra ciò potrà anche propiziare una vittoria elettorale, ma senza successivo costrutto.

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