Al cambio dell’ambiente internazionale cambiano le politiche continentali e nazionali. Basterà restare a quel che abbiamo già vissuto: con il crollo del Muro di Berlino e dell’Unione Sovietica si poté realizzare la riunificazione europea (non solo tedesca) e furono rasi al suolo gli equilibri politici italiani. Raccontare le cose accadute è il mestiere degli storici, comprendere i cambiamenti mentre accadono e precederne le conseguenze è il mestiere dei politici. Se non riescono in questo compito vengono esclusi dalla storia.
È comprensibile che noi europei si discuta animatamente di quel che la nuova National Security Strategy americana comporta per noi stessi, ma non c’è nulla che già non sapessimo. Già da tempo abbiamo osservato che le azioni antieuropee di Trump e Putin convergono. Che ora lo confermino loro stessi non cambia molto. Che Vance – vicepresidente Usa – sia il teorizzatore della distruzione europea e dell’appoggio ai movimenti nazionalisti (tutti appoggiati da Mosca e fra questi ve ne sono di direttamente finanziati dalla Russia) non è un’acuta intuizione, ma quel che lui stesso venne a dirci. Che vi sia un’insanabile contraddizione fra questa linea politica e il chiedere agli europei di provvedere da soli alla difesa è anche questa un’evidenza. Epperò c’è dell’altro in quel documento. E va compreso, se si vuole reagire e non solo subire.
Anne Applebaum ha ragione quando legge in quel documento un «suicidio degli Stati Uniti», ma supporre che gli altri siano pazzi non è un buon approccio politico. In fondo stanno uccidendo non gli Usa ma l’idea che noi ne abbiamo. A noi (me compreso) sembra che l’ordine mondiale basato sul multilateralismo sia stato il trionfo americano e occidentale, il risultato di una vittoria che ha eliminato un nemico militare (l’Urss) e assorbito un concorrente commerciale (la Cina). È suicida demolirlo. Ma si può vederla diversamente: quell’ordine ha favorito la crescita della ricchezza globale, facendo emergere dalla miseria masse sterminate e l’immensità territoriale cinese, epperò ha diminuito il peso economico globale degli Usa. Fra i cresciuti ci siamo anche noi europei, il che aiuta a capire l’odierna ostilità.
Il problema non è il costo militare della difesa europea, delegata (in parte) agli Usa e dalla quale gli americani hanno tratto vantaggi egemonici. C’è che la nuova ricchezza e il nuovo potere arrivano dal dominio digitale, che non sopporta regole e rifiuta l’antitrust. I creatori di quel mondo sono americani (segno ulteriore della loro vittoria) e hanno bisogno della protezione governativa contro le regole di mercato che gli stessi Usa hanno contribuito a creare. Il che spiega perché le vogliano demolire. Ciò condiziona il resto.
È vero che la preoccupazione americana si concentra sulla Cina, ma che strano modo di affrontarla se si favoriscono le mire imperiali del suo principale alleato (la Russia) e si mette un dito nell’occhio agli alleati occidentali nel Pacifico (il Giappone). Trump sembra favorire più che arginare l’espansionismo cinese. Se però ragionate non di popoli e diritto bensì di mercato digitale, forse la vicenda di TikTok aiuta a capire: l’accordo si trova bilateralmente.
Noi europei viviamo nei cortili nazionali. Non c’è nulla di male ed è bene che quei cortili abbiano una vivace dialettica a difesa ciascuno dei propri interessi. Questa è la democrazia, questo l’ordine liberale. Ma se qualcuno si mette a bombardare il cortile collettivo sarà bene alzare lo sguardo. Questa la minaccia che arriva dalla questione ucraina.
Nel nostro cortile italiano è sicuro che la destra al governo fece la trumpiana ed è certo che non si può stare con Washington e Bruxelles allo stesso tempo. I Volenterosi (Francia, Germania e Uk) mantengono una posizione politica comune sull’Ucraina e non si può pensare d’essere parte della difesa comune europea senza esserlo di quella scelta politica. Ma se Meloni si barcamena a fatica questo non è il tempo di farle pagare l’incoerenza, bensì quello di aiutarla a uscire dalla trappola. Il falso bipolarismo nacque dal crollo sovietico e muore con la nuova dottrina Usa. Si può accorgersene oppure, come accadde, restare sotto le macerie.
Davide Giacalone, La Ragione 9 dicembre 2025
