Leggo le giuste considerazioni di Pietro Mancini, circa il peloso sostegno postumo che D’Alema porta al Craxi di Sigonella. E’ un’operazione che si commenta da sola, rimanendo ragguardevole, semmai, solo l’assenza di pudore.
Noto, però, che su quell’episodio si torna spesso, quasi sempre a cura di qualche sinistro imbarazzato, come se la pensosa rilettura odierna si senta indotta a riabilitare questa o quella buona azione del leader socialista che fu cacciato dal suolo patrio. A tal punto la cosa ricorre, da meritare due puntualizzazioni. La prima: Bettino Craxi non deve essere riabilitato, non avendone alcun bisogno. Egli fu un leader politico con il quale si poteva consentire o dissentire, e, conseguentemente, le cui opere possono essere valutate positivamente o negativamente. Questo non ha nulla, ma proprio nulla a che vedere con la riabilitazione, della quale, semmai, hanno bisogno le orde vili e vandaliche che portarono il loro consenso, o fecero mancare il loro dissenso al colpo giudiziario che corruppe le regole della democrazia italiana.
La seconda cosa che non si deve dimenticare è che il Craxi di Sigonella (quindi dell’opposizione alla pretesa statunitense di disporre sul nostro territorio nazionale) sarebbe semplicemente inimmaginabile, e non sarebbe esistito, senza il Craxi degli euromissili (quindi della decisione di accettare sul nostro territorio lo schieramento di missili che si contrapponessero agli SS20 sovietici).
Un aspetto, questo, che viene costantemente, e fraudolentemente, omesso dai non richiesti riabilitatori, i quali riescono a guardare al proprio passato senza un senso di nausea solo a patto di mentire su quello stesso passato.