Politica

Crimea e F35

Da una parte ci si unisce alla condanna occidentale per i fatti di Crimea e per la condotta adottata dai russi. Dall’altra si congelano gli F35 e si annuncia di poterci anche ripensare, non comprandoli. Le due cose, sia nelle parole del governo che nelle pagine dei giornali, vengono tenute separate. Errore, perché un filo solido le unisce e ne dimostra la contraddittorietà.

L’Unione europea ha delle colpe, per quel che accade in Ucraina. L’idea di allargare la propria influenza politica mediante l’espansionismo degli accordi commerciali ed economici è di disarmante superficialità. Per giunta trattando con un Paese guidato da opposte oligarchie corrotte. Senza contare che dentro l’Ue il consolidarsi di un federalismo tutto economico e monetario, debolissimo negli ancoraggi democratici e istituzionali, sta favorendo un’esplosione politica. Davvero i burocrati di Bruxelles, i falsi rappresentanti dell’unità non ancora realizzata e i dialettali ministri degli esteri europei pensavano di allargarsi a Kiev e Sebastopoli senza che la Russia reagisse? Ha reagito, cinicamente approfittando della minorità istituzionale, politica e militare degli europei. Ha reagito, facendo leva su una terra che la storia colloca in Russia, non in Europa.

La controreazione occidentale è patetica, perché basata sulle sanzioni. Quelle, ove non siano una forma moderna di assedio, con blocco dei viveri, funzionano se sono l’antipasto o la metafora dell’uso della forza. E’ credibile? Neanche per sogno. Perché non sarebbe ragionevole, perché l’Occidente si dividerebbe e perché quella forza non c’è. Mica dettagli. Ecco: gli F35 non sono giocattoloni per guerrafondai, ma la forza aerea con cui la Nato può presidiare i cieli non essendo più la sommatoria degli aerei nazionali, ma una forza integrata e funzionante in modo sinergico. Nei sistemi democratici (che sono bellissimi e superiori a ogni altro) la forza è sublimata nel peso elettorale: se hai buone idee e nessun voto non conti nulla. Nella politica estera non si vota, ma si pesano le forze: se non ne schieri di credibili, anche senza usarle, non conti nulla. L’Europa delle chiacchiere ha creato problemi in Ucraina, schierandovi funzionari e intellettualoidi.

Scoppiato il problema si sarebbe dovuto lavorare per salvaguardare le minoranze, tenuto presente che in Crimea ve ne è una italiana e in Ucraina imprese e banche italiane. Invece s’è detto: l’integrità territoriale dell’Ucraina è prioritaria. E come pensavano di farla valere, per giunta contro la storia e la maggioranza della Crimea, che era già una Repubblica autonoma? Dicendo che il referendum è stato illegittimo? E’ stato detto ed è illegittimo. E poi?

Il grosso guaio è che l’Occidente non è già in guerra, in Siria, perché sono stati i russi a mettersi di mezzo e Putin a impedirlo, se adesso si riesce a perdere la faccia, senza neanche avere avuto, prima, un credibile disegno di successo in Ucraina, il messaggio sarà letto con preoccupazione da tutti quelli la cui sicurezza deriva dalla spendibilità della forza occidentale. Israele in testa.

Ecco perché questo è il momento peggiore per parlare degli F35. A parte la convenienza economica. A parte che l’unico centro di lavoro, e futura manutenzione, in Europa, si trova in Italia (il che non ha un valore solo pecuniario, ma politico, perché nell’Italia in cui Andreotti si vendeva Gladio e l’infiltrata segreteria di Stato vaticana lo sosteneva, col piffero che ce lo davano). A parte che queste cose le abbiamo conquistate partecipando con onore e competenza alle missioni Nato, il che ci è costato vite umane e soldi. Resta che quell’aereo è il simbolo di una crescita operativa e politica della Nato, cui noi italiani dovremmo guardare con interesse, visto che quando le guerre le decidono i francesi va a finire che le fanno contro di noi (meglio non dimenticarsi della Libia), magari per coprire qualche faccenda elettorale loro.

Non ho competenze che mi permettano di entrare né nelle specifiche tecniche di quell’aereo, né sulla quantità necessaria. Ascolto le opinioni informate e provo a farmene una. Ma quel che succede in Ucraina, la delicatezza del rapporto con la Russia, che si pensa potenza globale mentre noi le riconosciamo una potenza regionale, quel che è già successo e continua a succedere in Siria, compresa la “centralità mediterranea” invocata da Matteo Renzi (che ricorda l’antiatlantismo di marca fiorentina, sicché vorrei proprio che la smentita fosse chiara), tutto ciò richiedeva la sensibilità di non porre neanche la questione degli F35. Capisco i problemi di cassa, ma si discutono all’ufficio amministrazione, non mettendo uno scarafaggio nel minestrone. Anzi, penso che una sponda atlantica aiuti a discuterli meglio.

Pubblicato da Libero

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