Politica

Da fuori

parlamento italiano

Gli italiani stiano attenti, nell’andare a votare, si ricordino di quanto può essere doloroso il giudizio dei “mercati”, quanto severo quello dell’“Europa” e delle “cancellerie”. Fra i tanti argomenti in uso, questo mi sembra fra i più fessi. Subito eguagliato dal suo opposto specchiarsi: gli italiani siano sovrani, non i “mercati”, l’“Europa” e le “cancellerie”. Quel che si trova fra virgolette non esiste. Sono figure retoriche per bau bau da botoli ringhiosi. Certo che si deve stare attenti, nell’andare a votare. Se è per questo anche nel non andarci (Brexit docet). Ma perché le scelte che si fanno hanno sempre conseguenze.

Visto che aleggia il fantasma di quel che arriva da fuori, dei giudizi elaborati oltre i nostri confini, vediamo di definirli e capirci. Esiste un Parlamento europeo, eletto a suffragio universale, con gruppi che vedono assieme parlamentari di ogni Paese (Giorgia Meloni ne presiede uno, sempre complimenti). Quindi è del tutto naturale che si esprimano giudizi politici sulla vita politica europea. E neanche è un crimine partecipare alle campagne elettorali altrui. Che ci faceva la leader di Fratelli d’Italia a un comizio di Vox, in Spagna? Perché i leghisti ballavano con Le Pen? Perché quelli del Pd cantano “bella ciao” in coro con Martin Schulz? Perché Antonio Tajani abbraccia ed esibisce le lodi di Manfred Weber? Perché fanno politica. Tutti legittimamente. Che si apprezzino o detestino le loro scelte. E, come sosteneva Furio: è reciproco.

Ai comunisti, nel secolo scorso, non si rimproveravano ideali internazionalisti, ma di incarnarli assieme ed a spese di sovietici che erano nemici politici, militari e culturali delle democrazie. Ai putinisti odierni, Matteo Salvini in testa, non si rimprovera di amare la Russia (io l’amo), ma di abbracciare un nemico politico, militare e culturale della democrazia, della pace e della libertà. Ovvio che se questa linea (Meloni, alleata, sostiene l’opposto) dovesse vincere l’Occidente ci isolerebbe, ma la rovina sarebbe italiana e Made in Italy.

Siamo il Paese più finanziato dalle istituzioni dell’Unione europea e il più protetto dalla Banca centrale europea. Se dovessero governare soggetti che detestano tutto questo, per giunta continuando a chiamare le istituzioni con il nome di un continente (Europa), il problema non è quanta tristezza s’indurrà fra i membri della Commissione europea, ma quanti guai ci chiameremmo addosso. E siccome non credo si possa essere così privi di senno, aggiungo che pagheremmo con quei guai la servitù al nemico esterno. Altro che sovranità.

Se il Paese con il più grosso debito europeo e (a parte i due anni che stiamo vivendo) con la più bassa crescita sceglierà di farsi rappresentare e governare da chi crede che si debba far crescere il debito e difendere le rendite che inchiodano la produttività e prosperano nell’arretratezza, non saranno le mani adunche dei mercati a far salire i tassi d’interesse (che dalle nostre parti restano 2 punti sotto gli statunitensi, per ora), ma gli investitori italiani, che siamo noi e le banche e le assicurazioni presso cui teniamo i soldi. Lo Spread non misura la simpatia politica (volò con Monti e volteggia anche con Draghi), ma la credibilità del servizio al debito.

S’è creata una condizione per cui, passando attraverso il calvario del distacco dal gas russo, l’Italia sarà esportatrice di gas. Il che ci arricchisce di peso (e non solo). Se faremo governare chi smonterà il vantaggio o lo spezzerà per il seggio di Piombino, non saranno i tedeschi a dolersene, ma gli italiani.

Occhio: con tedeschi in grossa difficoltà e francesi in ambasce, avevamo il governante più influente. Averlo fatto cadere desta giubilo fra chi soffriva quel ruolo italiano e rallegra il criminale del Cremlino. Che sia capitato per un inceneritore può crederlo chi ha incenerito il senno. In questo mondo viviamo, liberamente votiamo, e siamo i soli artefici della nostra sorte. Ma anche della malasorte.

Davide Giacalone, La Ragione 29 luglio 2022

www.laragione.eu

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