Politica

Dagli al Pannella

Non sono mai stato un supporter di Marco Pannella. Su alcune questioni, come la lotta alla droga, ci siamo scontrati, essendo su posizioni antitetiche. Forte di questi precedenti, sento il dovere di dire che non mi piace affatto questo clima di dagli-al-Pannella. Tanto più che Pannella è solo il tramite per il quale si intendono attaccare gli strumenti di democrazia diretta.

In questa guerra santa contro la democrazia diretta, un certo mondo, che si crede intelligente e colto, schiera le truppe secondo questo schema : a) il referendum è da salvare e tutelare; b) per farlo occorre evitare gli abusi; c) ciò significa che i quesiti non devono essere troppi; d) che devono essere interessanti ed importanti; e) che si deve renderne più difficile la convocazione.

Ecco, questo schema, apparentemente corretto, è una summa di menzogne ed attività disinformativa. Nella penultima tornata referendaria (quella, per intenderci, dove si votava anche a proposito delle televisioni), gli italiani hanno votato su quesiti diversi, e, quel che più conta, hanno espresso giudizi diversi, con diverse percentuali, a seconda dei quesiti, di Si e di No. Ciò significa che gli italiani non sono né pecoroni, né frastornati dalle troppe domande. La stessa cosa hanno fatto domenica scorsa.

Siamo andato in pochi, a votare. E’ vero, ma non vedo lo scandalo per la democrazia. Ciò significa, semmai, come afferma Giovanni Conso, che si deve abolire il quorum (ci facciamo un referendum?).

Quando si afferma che non si deve abusare dei referendum e che i quesiti (come dice un noto studioso prezzolato, presunto sondatore di opinioni altrui, ospite fisso del TG3) devono essere interessanti, si vorrebbe sapere : e chi lo decide? Chi stabilisce cos’è interessante? Certi donatori di oro alla patria sono commoventi : si prostrano ancor prima che venga loro chiesto, nella speranza di ricevere un bacetto dal principe.

Sul meccanismo di convocazione si può ragionare, ed è probabilmente vero che 500.000 firme avevano un senso allora, e ne hanno uno diverso oggi. Basterebbe percentualizzare le firme necessarie, prendendo a base la percentuale allora rappresentata da quelle 500.000. Ma, però, i conti non tornano lo stesso. E ciò perché vi erano dei referendum convocati dalle Regioni, così come la legge prevede. Ora, in questo paese di matti, come si fa a suonare i tromboni del federalismo, a dire che tutto dovrebbe essere delegato alle Regioni, e, poi, gioire perché i cittadini italiani mandano le dette Regioni a raccattar lupini? C’è un limite, alla demenzialità, o andiamo avanti a ruota libera?

Certa (fasulla) intellettualità di sinistra, e certo perbenismo di destra, gettino la maschera : quel che a loro dispiace è il referendum, è l’idea che le plebi si esprimano. Le plebi devono solo plaudire, non abrogare. Che sia santificata, quindi, la Corte Costituzionale, la quale falcidia i referendum, ponendoli in custodia cautelare.

Il dagli-al-Pannella è solo lo strumento per coprire tanto illiberalismo e tanta illibertà. Dire che Pannella è il fantasma di sé stesso, che ha esagerato, che ha rotto le balle, è l’attività in cui si distinguono coloro i quali hanno il solo coraggio di ripetere ciò che sembra ovvio. Ebbene, non ci sto. Quindi, caro Marco Pannella, io Le ho firmato qualche referendum, e gliene ho avversati altri, in generale non condivido le Sue opinioni politiche, ma La pregherei di andare avanti.

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