Politica

Denari e propaganda

Uno dei candidati nel collegio del Mugello, e, per la precisione, quello che ha la certezza di essere eletto, ovvero il dottor Antonio Di Pietro, ha rilasciato una dichiarazione che induce a riflettere. Egli ha detto : la mia campagna elettorale la faccio all’antica, andando porta per porta, e, quindi, non mi costa quasi niente.

Non c’è ragione di non credergli e, del resto, la sua situazione non è affatto nuova : ve ne sono molti, infatti, nel presente come nel passato, nell’attuale come nella passata (?) Repubblica, a poter dire di non avere speso una lira per la campagna elettorale. La dichiarazione, in sé, è banale, ma non è affatto banale quel che vuole significare. Io non faccio campagne elettorali dispendiose, dice il candidato di questo tipo, e, quindi, non contribuisco a rendere costosa la politica, il mio è un atteggiamento moralmente corretto. Ecco, passi per la prima affermazione, ma la seconda è falsa e la terza è immorale.

Infatti, certe campagne elettorali costano poco o nulla ai candidati perché costano interamente al partito che li candida. Il loro atteggiamento, quindi, non contribuisce minimamente a disinflazionare i costi della vita politica. Il partito spende i soldi del finanziamento pubblico, quelli raccolti con le sottoscrizioni volontarie e trasparenti, quelli delle sottoscrizioni volontarie e non trasparenti e, infine, spende i soldi raccolti dai tanti compagni Greganti (il che vale, naturalmente, per tutti i partiti, e non solo per quelli in cui ci si chiama compagni).

La grande macchina propagandistica si alimenta da tutte queste fonti di ricchezza (una volta anche con i finanziamenti dall’estero, adesso non saprei), e funzionando crea il consenso in tutte le lande, ivi comprese quelle in cui vengono elette le anime (presunte) belle. Le quali ultime sono “morali” solo a condizione di appartenere a dei cretini. Dato che non è bello pensare che i futuri senatori siano dei cretini, ne deriva che sono degli ipocriti.

Come dicevo, una simile posizione era diffusissima nell’Italia del proporzionale, ma non mi pare che abbia salvato l’anima, bella o brutta, di nessuno. Che sia l’eroico disvelatore di ieri ad utilizzare oggi la medesima arte dissimulatoria, è solo una piccola perla. Ma preziosa, per capire il mondo.

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