Una vita umana vale più di ogni altra cosa e si fa di tutto per salvarla. Attorno a questo principio c’è un’unanimità che ha generato l’unanime consenso a negoziare e l’unanime soddisfazione per l’avere liberato Cecilia Sala dal sequestro operato dal regime liberticida che opprime l’Iran. Prima di interrogarci sulle contropartite (scontate) ci si interroghi sul principio e sull’unanimità. Perché esiste solo qui e solo ora e racconta di una conquista e di una illusione: l’espellere il dolore dalla storia.
Ciascuno di noi farebbe bene a ricordare la fortuna di trovarsi a vivere nell’area più libera, ricca, sana e longeva del mondo. Nulla di questo è scontato e considerarlo tale fa rischiare di perderlo. Pensare che sia una specie di diritto di nascita è un grave errore. Altre generazioni non hanno vissuto questa fortuna. Non la si visse né per fare l’Italia unita e libera né per combattere il nazifascismo. Nella sua splendida composizione sulla spedizione dei fratelli Cairoli, “Villa Gloria”, Cesare Pascarella fa parlare l’istruttore della missione: «Però, dice, compagni! Ve rimmento / Che st’impresa de noi non è sicura, / E Roma la vedremo p’un momento / Pe’ casca’ morti giù sott’a le mura». Combattevano contro i papalini, morirono e Roma fu liberata e resa Capitale ben dopo. Non erano pazzi, non aspiravano al suicidio, sapevano che la libertà valeva il rischiare la propria giovane vita.
Vittorio Emanuele Parsi ha scritto una pagina molto significativa: non si tratta di stabilire solo per cosa si è disposti a morire, ma anche per cosa si è disposti a uccidere. Patrioti e partigiani sapevano di dovere fare entrambe le cose. Lo sanno le centinaia di iraniani che restano a marcire e a essere torturati in quelle carceri. 901 sono stati giustiziati nel 2024. Non sono pazzi e devono farci valutare quel nostro principio, enunciato all’inizio, per quello che è: un privilegio. Altrimenti tutto diventa negoziabile, quindi tutto vendibile, quindi senza valore.
Israele ha un’altissima concezione della vita umana, i soldati israeliani sono fra i più protetti e monitorati al mondo. Ma la storia non ha consentito agli israeliani di illudersi che il dolore possa essere espulso dalla realtà e sanno che la difesa della vita dipende anche dalla forza. Noi abbiamo appena finito di negoziare con gli iraniani che finanziano, addestrano e armano quei terroristi che uccidono israeliani e ne detengono gli innocenti ostaggi. Detengono quelli che non hanno ucciso. Lo stesso Iran lucra vendendo alla Russia le armi con cui vengono quotidianamente uccisi civili ucraini. Certo, non siamo noi a potere garantire la non garantibile bontà nel mondo. Sarebbe bello, ma impossibile. Non siamo noi occidentali ad avere l’esclusiva delle colpe. Ma attenzione a non vestire il realismo di cinismo e indifferenza, perché questa sarebbe la più grande delle colpe.
Fin dalle prime ore scrivemmo che il negoziato sarebbe stato sporco e che andava fatto. Non siamo i soli a negoziare e in passato abbiamo anche negoziato per altri, che magari dicevano di non negoziare. Ma attenzione a far credere che si negozia sempre, perché questo metterebbe a rischio gli italiani nel mondo.
Uno degli strumenti per propiziare il negoziato è stato il rapporto fra la presidente del Consiglio e Musk, che ha velocemente aperto le porte dell’interlocuzione con Trump, a sua volta favorevole a che tutto si chiudesse prima dell’insediamento. Un merito di Meloni, che è stato slealmente utilizzato per fare uscire l’indiscrezione sul contratto fra governo e SpaceX per Starlink. Questo è gioco sporco e ingerenza. Se quel sistema fosse utile avremmo la convenienza e il dovere di discuterlo in sede europea. Altrimenti è altro.
Infine: non sappiamo se nel negoziato sia compresa la sorte di Abedini né scandalizzerebbe, ma se così fosse non può essere lasciata nelle mani della giustizia. Un errore già fatto in passato, che poi rende poco credibile il sostenere che i giudici non dovrebbero fare politica.
Davide Giacalone, La Ragione 10 gennaio 2025
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