Politica

Droga in comune

La droga agita i comuni di Torino e Milano, mostrando cose interessanti. Dice Chiamparino: ero antiproibizionista, ora vedo quel che succede ed è ora di cambiare, di punire anche chi si droga. Oh, ce ne fosse uno, in questa sinistra che si rimangia tutto, che dica: mi sbagliavo.

Lui, come tantissimi altri, era antiproibizionista per partito preso e moda, per biascicare in società un linguaggio che lo facesse sembrare moderno e senza pregiudizi. Dei quali, invece, era schiavo. Ora ha avuto modo d’informarsi, di vedere, e dice che è ora di cambiare. Evviva, è comunque un fatto positivo.
Ma stia attento, perché nelle sue parole si nascondono ancora molti errori (e li definisco tali, senza false modestie, perché c’è chi vedeva la realtà anche quando i tipi sinistri e falso libertari la negavano). Primo errore: dice che si devono punire i drogati perché anche loro alimentano un mercato criminale. No, li si deve punire per salvare la loro libertà. La politica contro la droga è una politica di libertà, non di repressione. La droga uccide la libertà, per questo si deve cancellarla, e si deve punire chi la usa non (solo) per difendere il passante da uno scippo, ma (anche) per salvare il drogato. Secondo errore: dice di poter comprendere l’assistenza medica ai drogati cronici. Non esistono. Chiunque, in qualsiasi momento e stadio, può e deve smettere. La dipendenza va combattuta, non assecondata. Terzo errore: legalizziamo lo spinello. Buona notte, sindaco, lei è ripiombato nei pregiudizi che diceva d’avere abbandonato. La droga è poca cosa, quel che conta è l’individuo, e chiarirò il concetto parlando di alcool, tema assai scabroso: si può gustare un vino e si può bere senza mai volersi ubriacare, ma al primo spinello già si chiede di “sballare”. Ecco la differenza.
A Milano il comune distribuisce un kit per stabilire se un figlio si droga. Così, dicono alcuni, si trasformano le famiglie in polizie e si uccide il dialogo. Non hanno idea di quanti genitori chiedono aiuto per sapere. Ed a chi polemizza sfugge che i genitori non hanno solo il diritto di vigilare sui propri figli, ma anche il dovere. Vale anche per le amicizie, i compiti e molto altro. Certo, è importante la parola, la fiducia e la verità. Ma piuttosto che gli psicologi da strapazzo meglio il tamponcino.

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