Politica

Drogati ed ignoranti?

Pier Ferdinando Casini ha rilanciato la proposta con cui avevamo reagito, a caldo, alla sospensione del programma televisivo relativo alla diffusione della droga in Parlamento. Che tutti facciano il test. Ripeto, la privacy non c’entra niente perché i parlamentari non sono cittadini come gli altri e, una volta tanto, questo significa che hanno un obbligo in più di trasparenza.

Non discutiamo dei costumi e gusti sessuali, che non solo sono privatissimi ma non influiscono minimamente sull’attività legislativa, discutiamo dell’uso di sostanze che alterano la coscienza. E vale, ovviamente, anche nel caso vi siano degli alcolizzati.

Leggo ora che lo stesso programma televisivo, Le Iene (e già questo dovrebbe inquietare), ha sottoposto alcuni parlamentari ad un test che non definirei neanche culturale: chi è Mandela, cos’è il Darfur, cos’è la Consob. Ricevendo risposte raccapriccianti. E’ probabile, voglio sperare lo sia, che molte risposte assennate siano state scartate perché non si prestavano a far ridere, ma rimane il fatto che alcuni non è che difettano di titoli accademici (che non significherebbe nulla), ma non leggono i giornali da anni.

Io sono un elettore e mi piacerebbe sapere chi degli eletti sniffa e chi non sa in che mondo viviamo, accertandomi anche che non si tratti delle stesse persone, evidentemente bisognose di aiuto. Però ho un problema: che faccio, dopo essermene accorto? Nulla, non posso fare nulla, perché i parlamentari non li scelgo io elettore, ma li scelgono le segreterie dei partiti politici, i compilatori delle liste elettorali. Quindi, a parte interrogarmi su quali criteri si seguono, ed a parte sperare che non mi rispondano, non c’è nulla che il cittadino possa fare. Ragione di più per mettere mano alla riforma della legge elettorale, al meccanismo di selezione di una classe dirigente che somiglia sempre di più ad un organo digerente.

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