Politica

Due manifestazioni

Roma e Milano, manifestazione dell’Ulivo e congresso della Lega, succedevano cose simili, anche se pochi se ne sono accorti.

Sia a Roma che a Milano gli oratori incaricati di tracciare la linea hanno dovuto faticare per ricondurre a razionalità i sentimenti che agitavano la platea. Gli ulivisti sono stati più sobri, non hanno cercato l’applauso facile (a parte la trovata rutelliana della citazione in video), hanno preferito parlar fra di loro piuttosto che scatenare la piazza. Un pensiero solidale vada a Luciano Pellicani, il cui sforzo è da noi condiviso. I leghisti son leghisti, la sobrietà del linguaggio non fa parte del loro patrimonio genetico, non di meno Bossi, Fini e Berlusconi hanno dovuto condurre il gregge nell’ovile della politica, così salvaguardando l’unità che regge il governo.

A Roma e Milano, quindi, il vertice ha dovuto raffreddare la base, ammorbidendo parole d’ordine che son tanto reboanti quanto beote e pericolose. Sarebbe un peccato se le due vicende passassero in archivio senza che ci si renda conto di quanto danno abbia fatto l’antipolitica, a destra come a sinistra, di quanto le due classi dirigenti siano fin qui state incapaci di far altro che aizzare e seguire la piazza. La politica è altra cosa.

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