Politica

Due nonne

No, la signora Craxi minimizza, non è stata una telefonata fra nonne. Ella minimizza per buona educazione e rispetto dell’altrui imbarazzo, mentre a noi pare ancora più imbarazzante il fatto che la Repubblica debba affidare a due nonne gli irresoluti conti con la propria storia.

Non vi è ragione, difatti, che la Signora Ciampi senta il bisogno di telefonare ad un’amica (come Lei stessa ha definito la vedova di Bettino Craxi) proprio in occasione di un viaggio che le porta ad essere così vicine. Se ci si vuol sentire ci si sente anche da lontano, tanto al telefono, non cambia niente; e se si è vicini ci si vede. L’apparente incongruenza deriva dal fatto che si è affidata alla cortesia ed alla dolcezza di Franca Ciampi la necessità di conciliare un passaggio del Presidente della Repubblica, suo consorte, da Tunisi senza che fosse possibile, o ritenuto opportuno, un qualsiasi gesto, anche alla memoria, nei confronti di un concittadino morto e sepolto in quella terra. Ciò nonostante il fatto che il Presidente Ciampi abbia già ricordato le doti di statista di Bettino Craxi, ed il suo impegno per la pace e la sicurezza; ciò nonostante alla famiglia fossero stati offerti, a suo tempo, i funerali di Stato.

Siamo grati alle due nonne per quel che hanno fatto, per la sapienza, davvero da nonne, nel non infierire sulle nostre mancanze, ma non basta. L’Italia non può continuare oltre a rifiutarsi di fare i conti con la propria storia, stravolgendola al punto da truccare e falsificare il proprio presente. Ciò che è difficile non è fare i conti con la figura di Bettino Craxi, ma ragionare su cosa è stata l’Italia che avrebbe voluto carcerarlo e cancellarlo, salvo poi, oggi, dire che aveva ragione sulle riforme istituzionali, sullo schieramento degli euromissili, sul punto unico di contingenza ed anche sulla denuncia del finanziamento illegale ai partiti. Il che equivale a dire che aveva ragione su tutto.

Io, che scrivo, non sono stato craxiano, e neanche ammiratore (per certi aspetti a torto) del Craxi governante. Ma non ho mai dubitato un solo momento che il Craxi imputato sarebbe stata la premessa di una tragedia. Per la Repubblica, non solo e non tanto per Craxi. Oggi vedo che pur di cancellare quella pagina c’è gente disposta alla trasformazione del fuoriuscito in santino, organizzando, quindi, un’ulteriore impostura. No, non si risolvono i problemi con le santificazioni, così come non li si cancellarono con le maledizioni.

L’ultimo gesto politico di Bettino Craxi, ovvero la sua stessa morte, è lì, pesante come una pietra tombale. I conti si devono ancora fare, con quel gesto, con quella storia, con la nostra storia. La robusta soavità di due nonne non può nascondere la fragilità di una Repubblica, il cui Presidente non può ancora fare quel che sente Suo dovere fare.

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