Con l’acqua oltre la gola, con un governo dove si danno del venduto e dell’analfabeta, c’è chi pensa ad una supplenza Draghi. Sarebbe inutile, oltre che corruttiva del sistema istituzionale. Ci sono i precedenti, certo, ma sono negativi. Lo stesso governatore della Banca d’Italia, che sta svolgendo il suo ruolo pronunciando parole importanti e positive, si ritroverebbe in una situazione insostenibile.
La supplenza è inutile, perché chiunque sia chiamato a governare sarà solo una comparsa, ove non sia dotato di forza politica propria. Padoa Schioppa, del resto, non è che sia nato così, è che così l’ha ridotto il sedere dove non ha potere e non conta. I tagli alla spesa pubblica e la diminuzione della pressione fiscale, il premio al merito e la scuola che qualifichi, di cui Draghi parla spesso e giustamente, non si fanno per decreto, non possono essere atti d’imperio, ma devono disporre del consenso parlamentare e politico. Il supplente può dire la sua, ma dopo le parole mancheranno i fatti. Si vuole, invece, concedergli maggiori poteri? In questo caso si scardinerebbe il già sconquassato sistema costituzionale, e non con opportune riforme, ma con un colpo di mano. Una cosa è fare i ministri (bene Carli, che era un ex), con qualcun altro che porta la responsabilità politica, altra guidare i governi. I precedenti di Ciampi e Dini, depurati dal conformismo melassoso, non produssero affatto buoni risultati. Inoltre Draghi ebbe un ruolo governativo, in quel periodo, e la supplenza ne farebbe riemergere i problemi, assieme alla stagione delle maleprivatizzazioni e delle banche d’affari che depredarono l’Italia. Spettacolo disdicevole.
Capisco che chi, come dalle parti del Qurinale, si rende conto che il governo non regge, ma neanche vuole le elezioni subito, immagini la supplenza. Ma sono loro a non capire che, credendo di neutralizzare la politica, sopprimono le istituzioni alle quali giurarono fedeltà. Per questo la supplenza è inutile e pericolosa. C’è chi crede che i pericoli vengano da una piazza arruffata da qualche imbonitore, ma quello è solo folklore. I guai arrivano da una classe dirigente che ha smarrito il senso del ruolo, che gioca una partita fra defunti, che lavora per sopravvivere invece di ritirarsi sconfitta, che non molla, ma per solo amore di sé.