C’è un equivoco, che emerge dalle cose contraddittorie che si ascoltano. Non ha senso dire che si è favorevoli al Piano Draghi e al debito europeo comune, salvo volere smontare la decarbonizzazione e gli obiettivi verdi. Che lo dicano politici o confindustriali non cambia. Il Piano Draghi consiste nell’approntare gli strumenti finanziari per raggiungere quegli obiettivi. Puoi spostare una data, non una meta.
Il favore ai cinesi lo faremmo se continuassimo a produrre quel che non ha futuro, consentendo loro ulteriore vantaggio non solo sui pannelli solari, ma anche sulle batterie (da cui discendono le vetture). Più sarà decarbonizzata la produzione di energia e più le batterie le troveremo anche nei frigoriferi.
Comunque non esiste nulla che più del debito comune porta con sé integrazione piena e centralizzazione delle scelte, nelle materie che s’è deciso di devolvere.
Il politichese del “sì, ma” può andar bene per qualche piazzata minore, ma è irrilevante quando si tratta di scelte di questa portata.
Davide Giacalone, La Ragione 20 settembre 2024
