Politica

Ex comunisti a corrente alternata

L’Italia è un Paese in cui si è “ex comunisti” a corrente alternata. Avevo osservato, con molto disagio, che avere a Budapest, il giorno in cui si ricordavano i carri armati sovietici, dei governanti italiani che, all’epoca dei fatti, stavano dalla parte della dittatura e della repressione, era cosa davvero poco commendevole.

Ho fatto anche notare quanto era stato increscioso che Giorgio Napolitano ritenesse, con riferimento a quei fatti di sangue, di riconoscere, dopo decenni, le ragioni di Pietro Nenni, quando, invece, la ragione era, nel 1956 di tutti, tranne che dei comunisti e della potenza militare che li finanziava. Ma nei giorni di quelle celebrazioni, come sempre, prevalse il conformismo e l’untuoso ossequio. Ora, annunciando la visita di Napolitano a Ratzingher, invece, i giornali fanno a gara nel segnalare che è la prima volta che un Presidente ex comunista varca la porta del Vaticano. Grazie, è ovvio, dato che non c’è mai stato, prima, un Presidente della Repubblica che avesse militato ed avesse avuto ruoli di responsabilità nel pci. Ma, a parte ciò, in cosa sarebbe rilevante quell’essere ex, nel momento in cui s’incontra il capo della cattolicità?

Il partito comunista italiano ha sempre avuto un occhio di riguardo per la chiesa cattolica, ed i Patti Lateranenzi, di fascistissima memoria, trovarono spazio nella Costituzione repubblicana grazie alla scelta di Palmiro Togliatti. E, per venire a giorni decisamente più vicini, quando vollero manifestare contro la guerra in Iraq (la prima, quella voluta dall’Onu) i Veltroni ed i D’Alema andarono a sfilare sotto le plaudenti finestre del pontefice, accolti con i loro bimbi dentro il berniniano colonnato. Il fatto che Napolitano ora ci giunga con dei panni presidenziali, dunque, è meno sensazionale di quel che si vuol far credere.

Certo, al momento in cui anche il ministro degli Esteri si unirà alla delegazione presidenziale, tanto la nazione quanto il governo italiani saranno rappresentati da due ex comunisti. Il che, invece, è molto significativo, ma c’entra poco con il Vaticano. Forse in qualche Paese che fu soggiogato dalla dittatura comunista può ancora verificarsi una sì spiacevole situazione. Noi italiani non abbiamo neanche quell’attenuante.

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