Politica

Fossili di lottizzazione

E’ buona regola parlamentare che le commissioni di vigilanza e controllo siano presiedute dall’opposizione, essendo evidente l’interesse di questa ad essere più occhiuta ed intransigente. E’ pessima cosa, però, che l’opposizione le consideri come una proprietà, da assegnare al capobastone che vinca la battaglia degli equilibri interni. In questo modo si esce dal buon costume democratico e si entra nel malcostume lottizzatorio. La sinistra ha voluto, all’unanimità, candidare Leoluca Orlando Cascio alla presidenza della commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai. E’ stato un atto politico legittimo, benché a mio avviso squalificante. La risposta della maggioranza è stata, giustamente, di diniego. Forte, pubblico e ripetuto. Tocca all’opposizione cambiare candidato, altrimenti la forza dei ricatti interni alla sinistra finirà con il distruggere le buone regole parlamentari.
Non è un caso che sia in stallo anche il consiglio d’amministrazione della Rai, composto seguendo una norma che assegna la guida della società a persone nominate con logica politica. Non importa che siano professori o calzolai, non escludendosi maggiore competenza dei secondi, giacché comunque nominati secondo l’unico possibile criterio, quello politico. Tutto questo è sempre stato brutto, ma aveva una logica quando esistevano i partiti e la lottizzazione era la versione italiana della cogestione jugoslava. Oggi non ha senso, e per questo non funziona.
La Rai è statale, ma non più un servizio pubblico. Si regge in piedi con i soldi che i cittadini sono obbligati a dare (talora subendo ingiuste e scandalose estorsioni), ma gli interessi che le girano attorno sono affari di produttori, mediatori, venditori di contenuti, tutta roba che non può essere amministrata con criteri politici, e se lo è, come oggi capita, degenera in greppia. La Rai è la Galapagos della prima Repubblica, ma non sufficientemente isolata da consentire ad un Darwin di trovarla incontaminata. Non vi si conservano animali antichi, ma miserie eterne.
Non avviando la vera soluzione, non privatizzando ed aprendo il mercato, si protrae un caravanserraglio costoso ed insensato. Non c’è da stupirsi, dunque, se gli interessi contrapposti finiscono con il bloccare un meccanismo che è già inceppato. Si estingua l’animale, è meglio.

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