Quella delle amministrative è ancora una spiegazione cortese, spero si abbia la saggezza di non arrivare a quella brusca. Milano è la sola grande città in cui due ottime candidature hanno ancorato il voto alla municipalità, nelle altre ha dominato la politica nazionale, con il trionfo ortottero. Solo la dura sconfitta del Pd consente di mettere in secondo piano quella del centrodestra. Buon lavoro ai nuovi sindaci. La prova che attende quelli frinenti non riguarda (solo) il non cadere in tentazione, ma il sapere fare qualche cosa. Speriamo bene.
Il voto, però, ha spiegato quel che qui avvertimmo: l’Italicum è una rozza follia. Un azzardo di chi crede d’essere furbo e rischia d’esser fatto fesso. Con il 25-30% dei voti si può vincere tutto. Già questo, ottenuto con un premio di maggioranza e non con un sano maggioritario, comporta molti rischi. Un Paese si governa non solo avendo la maggioranza in Parlamento, ma sapendo costruire il consenso fra i cittadini. Se fai divenire maggioranza una minoranza, togliendo agli elettori la possibilità di scegliere, non ottieni la stabilità, ma sposti l’opposizione nelle piazze. E porta male. A questo si aggiunga che tale trappola è stata concepita nel presupposto che se al ballottaggio arrivano i seguaci di Casaleggio e Grillo, per sicurezza e quieto vivere gli elettori votano l’altro contendente. E’ successo l’esatto contrario. Il sogno di Renzi era di vedersela con un centrodestra in disfacimento ed estremizzato, oppure di giocarsela con i pentastellati, convinto che gli italiani non avrebbero potuto fare altro che lasciare trionfare lui. Hanno fatto il contrario: pur di punirlo hanno votato idee bislacche e persone improbabili.
A destra la lezione è severa: a forza di fare il verso a certo grillismo gli si consegna parte dei voti; loro, invece, non scuciono un voto che sia uno, in direzione opposta. Ed è logico: se sei parte della supposta “casta” (e anche Salvini lo è, in quel tipo di immaginario) puoi fare il verso all’antipolitica, ma chi vota antipolitica non si converte in pro-casta. Più alzi i toni più restano a casa gli elettori ragionevoli. Il problema non è inseguirli, ma non farli scappare.
Morale: l’Italicum va tolto di mezzo. Non con il trucchetto antigrillino (e miserabile) di dare il premio alle coalizioni anziché ai partiti, ma cancellando i premi quando servono non a fortificare i vincitori, bensì a designarli al posto degli elettori. Chi continua a fare il furbo nuoce seriamente alla salute democratica. Ditegli di smettere. E se non smette: imponeteglielo.
Pubblicato da Libero