Politica

Giacalone al Consiglio Nazionale sabato 5 luglio

La cosiddetta “verifica” chiama i repubblicani ad un giudizio sul documento inviato loro dal presidente del Consiglio.

Tale giudizio non può che portare ad una conferma delle scelte già effettuate. Tuttavia, non è certo questo il ruolo che una forza di minoranza, animata dal desiderio di tenere viva l’iniziativa politica, può immaginare per sé.
Compiremo il nostro dovere quando saremo capaci di chiamare le altre forze politiche, della maggioranza, ma anche dell’opposizione, a confrontare le loro posizioni con le proposte da noi preparate. Non ne mancano le occasioni, non deve mancarcene l’orgoglio ed il coraggio. Lo spazio c’è, e ce n’è molto, specie quando si ha a che fare con una destra che talora manca di senso dello Stato, ed una sinistra che ignora il senso del diritto.
Possiamo e dobbiamo farlo sui temi della giustizia, delle riforme istituzionali, e su altri ancora. Sui temi della bioetica, con Antonio Del Pennino, lo abbiamo meritoriamente fatto, e non possiamo non prendere atto del totale isolamento.
Da diverse parti si leva la richiesta di tornare al sistema proporzionale. Sono fra quanti, fin dall’inizio, senza tentennamenti, mi mossi contro il falso maggioritario. Non di meno credo che questo tema vada posposto, e non anteposto, ad una ripresa d’iniziativa politica. Anche perché, quale che sia il sistema elettorale, il passato non torna, né vale la pena viverne i difetti senza i pregi.
I risultati delle recenti elezioni amministrative premiano l’impegno del Segretario nazionale, ma non autorizzano conclusioni politiche. Occorre ripensare la forma partito, immaginandola capace di rispondere alla domanda di politica che sempre più forte si fa sentire.
Prendo, infine, atto del fatto che si propone un Consiglio Nazionale, a settembre, per parlare delle elezioni europee, ma ricordo che già al congresso, un anno fa, avvertii che eravamo in ritardo.

Condividi questo articolo