Stiano attenti a scherzare con il fuoco, perché dai e ridai ci si brucia. Il fatto che la giunta per le elezioni abbia, ancora una volta, rinviato l’esame relativo alle incompatibilità dei parlamentari eletti nei consigli regionali, o addirittura divenuti presidenti di regione, può sembrare una faccenda tecnica, invece è sciaguratamente politica. Gli italiani sono ragionevoli, dopo mesi passati a parlare di crisi, dopo le notizie che giungevano dalla Grecia e dalla Spagna, ma anche dalla Francia e dalla Germania, si aspettavano un intervento improntato al rigore, avevano messo nel conto qualche sacrificio. Il dolore, però, ragionevolmente accettato, può passare ad essere non tollerato, se la classe politica continua a dare un così misero spettacolo.
Attorno alle province s’è fatto un balletto imbarazzante, senza neanche il pudore di tacere nel non fare. Il taglio al finanziamento dei partiti era stato annunciato nell’ordine del 50%, per poi ridursi ad uno striminzito 10%, la stessa percentuale imposta a quei dirigenti pubblici che guadagnano più di 150 mila euro. La sforbiciata agli emolumenti parlamentari è rinviata ad una specifica discussione delle Camere, di cui non si può non rispettare l’autonomia. Adesso c’è un drappello di parlamentari che sanno benissimo di dovere scegliere, o conservano il posto dove si trovano o vanno a fare i consiglieri regionali, che potrebbero comodamente farlo subito, senza aspettare alcuna giunta e alcuna decisione e che, invece, allungano il brodo del piede in due scarpe, che è anche quello dei due portafogli in una tasca. Non è una bella scena, se ne rendano conto.
In Inghilterra i vertici del nuovo governo si sono recati dalla regina senza utilizzare la Jaguar d’ordinanza, facendosi ritrarre in metropolitana. Va bene, lo so, in questo c’è una buona dose di demagogia e propaganda, ma sta di fatto che dovendo imporre rinunce agli altri ritengono di mettere in scena il rigore dei propri costumi. Mi pare saggio. Da noi, invece, nella triste circostanza dei funerali, per due nostri soldati morti in Afghanistan, s’è riempito il piazzale antistante la basilica di una marea d’auto di rappresentanza, dimostrando una sensibilità pari a zero, non rinunciando all’ostentazione neanche davanti ad un lutto. E non si venga a dire che c’erano ragioni di sicurezza, perché la gran parte degli scarrozzati corre dei rischi solo se incontra dei conoscenti, che non sono poi così numerosi.
Siccome non abbiamo una classe dirigente (quindi non solo politici, ma anche funzionari pubblici, militari, gerarchie varie) di sciancati, siccome sgambettano che è una bellezza, provino a rinsavire e, per qualche tempo, usino le suole. Oltre tutto, fa bene alla salute.
Lo ripeto, gli italiani sono ragionevoli. Sanno valutare e apprezzare. Ma sono anche suscettibili. Sappiamo tutti che i risparmi possibili, in capo alla politica, sono poca cosa, in valore assoluto. Ma sono poca cosa anche i sacrifici chiesti a ciascuno, che diventano cifre elevate se moltiplicate per i grandi numeri. I politici non si sottraggano a questa moltiplicazione, non siano renitenti e riottosi, per quel che li riguarda, altrimenti, alla fine, i conti destinati a non tornare non saranno solo quelli economici.