Politica

Girotondo e giratesta

Grande il Moretti dei nostri giorni, quello che, oramai, va ovunque e pure parla. Insomma, hanno debuttato per portare la loro solidarietà alla magistratura, sacralmente incaricata di riportare pulizia morale nel paese.

Si son battuti contro tutte quelle norme che, a dir loro, avrebbero intralciato il progressista cammino di una giustizia che si voleva giusta ed implacabile. Poi, gira e rigira, si ritrovano a dire che la magistratura cosentina è fascistoide nel momento in cui mette le mano addosso ai no global, con una operazione che noi non condividiamo affatto, ma di cui ci sfugge la differenza con molte altre, dai girotondini applaudite. Poi ancora, il buon Moretti si spinge a dire che Giulio Andreotti è un maestro di stile.

Ora, cerchiamo di capirci, secondo noi i processi non si fanno prendendo in parola i pentiti, e non si fanno a venti anni dai fatti. Secondo Moretti l’importante è che si facciano e che ai colpevoli sia comminata la pena. Così stando le cose, più che un maestro di stile, Andreotti è il mandante di un omicidio. Sarà anche un mandante con buone maniere, ma pur sempre uno che per fare ammazzare un avversario intrattiene rapporti con Tano Badalamenti (anch’egli non difetta di stile, spiace che Moretti non l’abbia osservato). Begli esempi di galantuomini.

A meno che, a meno che non si sostenga, come noi sosteniamo, che quel verdetto è privo di credibilità. Ma, se così stanno le cose, che cavolo girotonda a fare, Moretti?

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