Politica

Governo a vista

Governo a vista

I governi si giudicano da quello che fanno. Il tempo del prima e quello del durante sono diversi, solo dopo si potrà stabilire chi aveva visto giusto e se le cose annunciate sono state poi realizzate. Ma tre cose, e mezza, mi pare utile sottolineare, perché avranno riflessi nel futuro.

1) Il governo nasce perché il presidente della Repubblica ha agito nel modo che tanti, e i diretti interessati, hanno condannato. M5S e Lega avevano già stabilito di non potere governare assieme, ma furono indotti a ripensarci quando il presidente disse l’ovvio: un governo nascerà comunque. Hanno fallito, sgambettandosi a vicenda e fissando paletti cui poi non riuscivano a stare, e già annunciato le urne, per non dire della grottesca idea di mettere il presidente in stato d’accusa, quando dal Colle è stato annunciato l’imminente governo tecnico. Hanno avuto il tempo necessario ed è nato il governo. Molti dovrebbero chiedere scusa a Sergio Mattarella.

2) Carlo Cottarelli è un vero servitore dello Stato. Osservazione che può sembrare marginale e irrilevante, ma che, al contrario, tornerà politicamente a emergere.

3) Abbiamo visto l’Italia usata come strumento. Quelli in campo non erano combattenti, ma armi di combattimenti altrui. La posta in gioco non era questo o quel ministero, ma la sorte di tutta intera l’area dell’euro. È un concetto difficile, per molti, perché sono accecati da falsi presupposti. Mi chiedono: pensi quindi che siano al soldo di Putin? O di Trump? E giù risate. Sciocche. L’Ue è l’area più ricca, sviluppata e libera del mondo. Naturale che abbia dei nemici. Anche perché non esiste come potenza militare ed è neonata come soggetto politico. Non credo Bannon fosse in giro per turismo. Escludo Putin cerchi foto opportunity con questo o quell’esponente della destra europea. Ma in questo non c’è meccanicità.

Il punto è altrove, interno all’Ue. Ed è un fronte assai composito. Per dirne una: la destra cristiano democratica tedesca, che non è affatto con Merkel, adora l’idea che in Italia succeda quello che loro hanno paventato, ovvero si scassi il bilancio e si squilibri l’euro. E lo adorano anche perché aiuterebbe le banche tedesche a non versare i soldi (scadenza 2020) nel fondo interbancario europeo. In Italia i nostri militi con bandiera cangiante hanno fatto il possibile, per soddisfarli. Per dirne una.

Da quel che capisco, ove mai il gioco degli specchi e dei non specchiati non inganni, la linea di politica estera sarà filo francese. Me ne compiacerei, senza esagerare. Un altro fronte antagonista della Germania merkeliana, ma in direzione opposta a quello dei tedeschi appena ricordati. Spero qualcuno sia consapevole di ciò e abbia in mente un modo per tenere le cose in coerenza.

La mezza cosa è questa: Juncker è un cretino. Chi ricopre quella carica non può parlare a vanvera, essendo irrilevante se ha ragione o torto. Posto ciò, siano chiare due cose: a. che l’Italia sia il Paese più corrotto d’Europa, e tendenzialmente del mondo, lo sostengono gli italiani e lo documenta la Corte dei conti, che ha scritto follie, in merito (in passato feci i conti e documentai tale affermazione), ma restano scritte; b. il nostro tasso d’occupazione è il più basso fra i grandi Paesi, sicché è documentalmente vero che lavoriamo poco.

La stagione della lamentazione pezzente non finirà mai troppo presto né quella della ragionevolezza operante inizierà mai troppo presto.

DG, 1 giugno 2018

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