Politica

Governo ed opposizione

La politica che parla di se stessa è noiosissima. Credo che per molti Veltroni non sia mai stato un problema e, comunque, lo considerano già archiviato. Non hanno torto. Ci torno solo perché c’è una cosa, falsa, che sento ripetere: per governare bene è meglio ci sia una buona opposizione. No, l’opposizione, bella o brutta, non serve affatto a governare. Anzi.
A lungo i laburisti sono stati allo sbando e non hanno avuto nulla d’interessante da dire, dopo la vittoria della signora Thatcher, la stessa cosa capitò ai conservatori, durante la lunga stagione di Blair. I socialdemocratici tedeschi hanno balbettato per molti anni, mentre governava Khol. Nei dinamici e multipolari Stati Uniti l’opposizione democratica fu annegata dalle iniziative di Regan, ed i repubblicani andarono allo sbando, durante il primo mandato di Clinton. E così via, si può continuare negli esempi. Avere gente di buona qualità, in maggioranza ed in minoranza, è una bella cosa, ma governare è un dovere di chi vince, senza bisogno di dialogare o fare sponda con l’opposizione. A meno che …
I guai cominciano quando a governare sono chiamate delle coalizioni, anche se mascherate da partiti unici. In quel caso capita che pezzi della maggioranza dialoghino con pezzi dell’opposizione, in modo da fregare, gli uni il capo del governo e gli altri il leader dell’opposizione. Questo è stato, a lungo, il sistema italiano, che ha avuto non pochi pregi (stabilità sociale ed istituzionale) e non marginali difetti (consociativismo e debito pubblico). Quale che sia il giudizio, quel sistema è passato, con il mondo nel quale viveva. Purtroppo, però, non abbiamo dato vita ad un modello nuovo, ma ad un ibrido. Da qui il ripetersi del falso sul ruolo dell’opposizione.
Nelle democrazie che funzionano l’opposizione deve prepararsi a governare. Cambiare uomini, idee, programmi e proposte, in modo da risultare più convincente di chi ha vinto le passate elezioni. Così si rende utile al Paese, ed in questo senso avere una buona opposizione è una ricchezza. Ma se la sinistra ha il cervello al passato e le manca lo straccio di un’idea che abbia a che vedere con lo sviluppo e la giustizia sociale, il problema non è del governo, ma di quanti lo avversano e non si riconoscono nell’archeologia ideologica degli oppositori.

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