Politica

Il buco nero della democrazia

Il linguaggio politico diventa pericoloso non quando un solo soggetto esagera e usa toni esaltati, ma quando più soggetti, per farsi concorrenza, adottano quel sistema. Continuare, dopo avere toccato con mano dove può portare questo modo di procedere, a rimproverarsi circa la colpa da attribuirsi agli uni o agli altri, significa non avere capito. Nel Regno Unito la campagna referendaria è scappata di mano a molti. Vale per quanti (Cameron) hanno tirato in ballo una possibile terza guerra mondiale, come per quanti (Farage) agita lo spettro dell’invasione. Certo che esiste un problema di pace (mai darla per scontata e acquisita in eterno), come esiste un problema d’immigrazione (che consiste non nello straniero che arriva rispettando la legge, ma in quello che la viola per venire), usare in quel modo quegli argomenti, però, è da esaltati.

L’assassino di Jo Cox è, con ogni probabilità, un pazzo. Sostenere che la sua follia possa essere messa sul conto di chi vuol fare uscire Uk dall’Unione europea, o sostenere che quel sangue torna utile a chi si batte sul fronte opposto, è da stolti. Non riguarda solo gli inglesi, ci riguarda tutti: le democrazie hanno bisogno di idee forti e diverse, funzionano perché tali idee possono essere confrontate e dibattute, anche in modo puntuto e duro, ma il linguaggio apocalittico e oltraggioso, quando non direttamente il turpiloquio, non è la democrazia portata a livello popolare, bensì l’uso di una libertà per minacciarla e svuotarla. Procedendo in quel modo si perde la cosa intellettualmente più interessante: cercare di comprendere le ragioni degli altri. Si possono non condividerle e continuare ad avversarle, ma sforzarsi di comprendere significa essere consapevoli che mai tutti i torti stanno da una sola parte. E’ impossibile farlo, se anziché parlare si latra.

La semplificazione propagandistica fa parte delle regole del gioco, ma la falsificazione sistematica rende impossibile il gioco. Il risultato è che l’arena si riempie di esaltati capaci solo d’accusarsi vicendevolmente di tutti i mali del mondo, proponendo quale rimedio la cancellazione dell’interlocutore. A chi non se ne renda conto suggerisco un giretto multilingue nei social network: sempre più asociali e volgari, sempre più feroci. E se chi si candida a rappresentare gli elettori trova più conveniente cavalcarli che avversarli (nelle degenerazioni), se il soffiare sulle paure è più redditizio che alimentare le speranze, allora si assiste all’avvicinarsi del sole democratico a un buco nero degli umori e dei risentimenti. Il cupio dissolvi viene alimentato sfruttando la paura e la rabbia dei primi che saranno dissolti.

Fermarsi si può. Senza rinunciare a nessuna differenza e a nessuna idea. Ma ragionando.

Pubblicato da Libero

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