Politica

Il comunista anticomunista

E per fortuna che, ogni tanto, arriva qualcuno a metterci di buon umore. Oggi provvede Massimo D’Alema, che dichiara, all’americano USA Today , due cose del tutto false, oltre che inverosimili: 1. nel 1968 era a Praga e scese in piazza per protestare contro i carri armati sovietici; 2. da quei giorni gli passò la voglia di comunismo.

Ci sarebbe da farsela sotto per le risate, se non fosse per il contegno che impone lo spettacolo triste di un uomo che porta così tanta vergogna per il proprio passato.

Forse ricorderete di avere visto delle inconsuete foto di un giovane D’Alema danzante. Ebbene, quelle foto furono scattate a Cuba, in occasione del festival mondiale della gioventù, circa dieci anni dopo il presunto disamoramento verso il comunismo. A Cuba si sarebbe dovuti andare tutti assieme, in una bella comitiva comprendente le delegazioni di diverse forze giovanili. Le cose andarono diversamente, perché D’Alema, allora segretario nazionale dei giovani comunisti, rifiutava la sola idea che si potesse firmare un manifesto con il quale chiedere la liberazione dei detenuti politici, in quel di Cuba. (Chissà se nella visita oltretevere, mentre accompagnava moglie e figli dal Papa, a D’Alema è stato comunicato che qualcuno di quei detenuti è poi stato effettivamente liberato, ma su richiesta del Vaticano?).

Ancora più tardi il nostro, non ancora del tutto nauseato dal comunismo, manifestò il suo sdegno per la decisione occidentale di schierare gli euromissili, e manifestò il suo orgoglio per i telegrammi di solidarietà che riceveva da Breznev (che aveva piazzato gli SS20 cui l’occidente era tenuto a rispondere).

Ora, non è che ci si svegli la mattina e ci si rifiuti di discutere degli errori del governo D’Alema perché si pretende di discutere il passato comunista di chi lo presiede; ma se ci si sveglia la mattina e si legge che il suddetto comunista afferma di non essere stato comunista, o di non esserlo più dal 1968, che volete, a noi parte automaticamente lo sganasciamento.

Oramai siamo rimasti in pochi, che comunisti non siamo mai stati, a non ritenere che dare del “comunista” ad uno significhi insultarlo. Questi qui, che comunisti sono stati fino all’altro ieri, del comunismo portano una vergogna financo esagerata. Suvvia, non tentate di cancellare tutto il vostro passato, che qualche cosa di buono l’avete combinata pure voi.

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