Politica

Il non luogo centrista

Il “centro” è un non luogo. Aveva un senso politico negli anni della guerra fredda, quando consentì l’alternanza di governo, l’avvicendarsi delle linee programmatiche, senza consegnare il potere all’opposizione comunista. Oggi, in tutta Europa, il centro non esiste ed è un non senso.

In Italia le cose sembrano essere (ma non sono) diverse solo perché non è stato democratico il passaggio dalla prima all’incompiuta seconda Repubblica. Se si dice “centro” per significare che occorre governare non solo senza, ma anche contro i Caruso ed i Gentilini, si dice una cosa ovvia, che comprende più del novanta per cento dell’elettorato.
Chiarito questo, è un bene che Rutelli ponga il problema delle diverse alleanze, lo è che Mastella consideri senza futuro l’attuale coalizione di governo, ed anche che Casini s’arrovelli su come uscire dal bipolarismo senza governabilità (anche se sarebbe stato più credibile lo avesse fatto mentre sedeva comodamente dove il bipolarismo l’aveva portato, e mentre lasciava la guida del partito a chi ora milita nel fronte avverso). Tutti loro, e gli altri che attorno girano, sappiano, però, che i loro appelli centristi ricordano troppo il “Franza o Spagna, purché se magna”, oltre tutto reclamando una porzione più consistente. Finito il centrismo d’importazione geopolitica, oggi la questione può essere diversamente impostata: abbiamo idee ed alleati diversi, non vogliamo mescolarci per avere una rendita da spartire, ma riteniamo che chiunque vinca le elezioni abbia il diritto di governare. E ciò significa un’alleanza per le riforme istituzionali, per dar vita ad una stagione (ri)costituente. Non basta parlare della riforma elettorale, perché quella può essere anche superflua od inutile. Il punto di partenza non può che essere la riforma costituzionale varata nella scorsa legislatura, che va migliorata, certo, ma nel senso di superare il bicameralismo perfetto, la debolezza del governo, ed il federalismo scassastato votato dalla sinistra con la riforma del titolo quinto.
Stanno ragionando di questo, i nostri centristi? Molto interessante e positivo. Stanno ragionando di come ciucciare potere di ricatto alla Lega ed a Rifondazione? Patetico, ed anche pericoloso, visto che questo club degli ex è anche campione della spesa pubblica improduttiva.

Condividi questo articolo