Politica

Il Trump globale

Lo sport più sciocco del mondo consiste nello scandagliare le cose che dice Donald Trump, cercando contraddizioni con le altre che disse, evidenziando l’urticante crudezza del linguaggio, o il suo fare il verso al rifiuto del politicamente corretto, salvo razzolare nel terreno della scorrettezza e dell’arroganza, senza neanche evitare i doppi sensi da infanzia e le allusioni da caserma (ieri s’è giunti all’intramontabile tema della centimetrazione fallica). E’ uno sport sciocco perché inutile. I consensi che raccoglie non sono dovuti a quanto siano affascinanti le sue tesi o convincenti le sue proposte (basti il muro con il Messico, buono solo per far la concorrenza alla grande muraglia cinese). Lo seguono perché manda a stendere la classe dirigente, i privilegiati, gli arricchiti a danno altrui, i buonisti in conto terzi. Categorie delle quali lui stesso fa parte, ma questo è un dettaglio trascurabile: li insulta e questo piace. Il tema, quindi, non è Trump, ma quelli che ne sono ammirati. E non è un tema statunitense, perché lo stesso fenomeno si vede nelle nostre case europee.

I paragoni con il passato non reggono. Chi osserva che con analogo scherno fu accolta la candidatura di Ronald Reagan un po’ s’imbroglia, perché quel signore era già stato governatore della California. Aveva operato bene, ma al di là del giudizio, che può essere opinabile, aveva già dato dimostrazioni di pragmatismo e affidabilità. Quanti gli si opposero gliene dissero di tutti i colori, ma questo è abbastanza normale, in una democrazia realmente competitiva. Oggi il tema non è cosa dicono di Trump i suoi avversari. Alcuni di loro, come la gran parte dei repubblicani e, da ultimo, Mitt Romney, sembrano essere stati arruolati nella campagna elettorale del candidato da riporto: più lo attaccano e più lo gonfiano. Il tema è: quali spinte muovono le onde che lo portano in alto? Le risposte, se si trovano, ci riguardano direttamente.

In superfice c’è l’impoverimento della classe media. Indotta, come in altri e sfortunati passaggi storici, a trovare un colpevole fuori da sé e dal proprio mondo. Non importa quanto razionale sia tale identificazione. Stavamo meglio, stiamo peggio, ci deve essere qualche forza del male che ci ha così ridotti. Poi guardi i dati globali e scopri che, in realtà, stiamo meglio, ma non puoi neanche dirlo, a quanti sono terrorizzati dal futuro prossimo, perché ti prenderebbero come un agente del male. In attesa di regolare i conti con la sorte, si può mandare a spigolare governanti, politici, sapientoni e tutti quelli che “contano”. La classe dirigente, appunto. Presunta o reale che sia. In un crescere di paura e rabbia, che si alimentano a vicenda.

Un po’ più in profondità c’è la perdita dell’orizzonte, o, se si vuole dirla in modo aulico, degli ideali: se nessuno riesce a spiegarmi quale missione stiamo svolgendo, quale radioso avvenire stiamo costruendo, la sola cosa che per me conta e quanta ricchezza mi metto in tasca. E siccome ne metto meno di quelli che contano, auguro loro di crepare in fretta. Un riflesso di questo stato d’animo è il diffondersi, nel mondo, dello strumento più cretino: il bastone per il selfie. Il mondo in cui tutti vogliono essere protagonisti, al punto da scattare le foto a sé stessi, fingendo che sia la mano di un altro. Un giorno riguarderemo quelle immagini e ci chiederemo in che razza di modo vivevamo.

Ma questi due strati non bastano, la forza profonda viene dal terzo: la finanza. E’ una buona cosa, ha funzionato bene anche nel portare benessere proprio alla classe media, ma è diventata troppo grossa, forte e globalizzata. Al punto da creare poteri autonomi, che sfuggono ai governi e li rendono irrilevanti. E se lo sono nel governare, perché mai dovrebbero essere rispettati? Quindi, o mi date la mia fetta o dico forza Donald per dire a voi di farvi benedire. E lo dico a voi perché non mi riconosco più nel noi.

Tutti sentimenti che portano male. Ne sono convinto. Ma se è da fessi occuparsi di quel che dice Trump è da incoscienti non porsi il problema di quel che avviene nei nostri mondi, supponendo di potere cancellare la realtà con il gesto stizzito e schifato di chi se ne sente superiore.

Pubblicato da Libero

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