C’è un solo modo per fare dell’Imu l’oggetto di una crisi di governo, di una rottura dei rapporti all’interno della maggioranza, e consiste nel continuare a sbandierare gli stendardi senza badare alla sostanza. Lo abbiamo messo in evidenza fin dall’inizio: è in gran parte una falso problema, limitato a una porzione trascurabile del gettito. Ripeto: per il Pdl l’imposta va cancellata su tutte le prime case, salvo quelle di lusso; per il Pd, comunque, i ricchi devono pagare. Ci vuole il microscopio per capire la differenza, dato che il 94% del gettito Imu relativo alla prima casa è pagato da contribuenti con redditi annui inferiori a 55mila euro, quindi, a volere prenderli in parola, stanno litigando, da mesi, sul 6% di 4 dei 24 miliardi generati dall’Imu. Come si fa a non trovare l’accordo?
Semplice: si annuncia che è sicuro entro la fine di agosto e si convoca per il 26 il primo incontro governativo. Dice il ministro Lupi: ancora una notte di lavoro e ci siamo. Si, vabbe’, ma si poteva lavorare di giorno, con normalità, fin dall’inizio. Dice il ministro Zanonato: nessuna imposta aggiuntiva per compensare il mancato gettito Imu. Ma oltre a essere diverso da quello che Zanonato disse alla Confcommercio, è diverso da quello che ha detto il ministro Delrio, che era a sua volta diverso dalla tesi di Fassina. Che sono tutti e tre dello stesso partito, il Pd. Il cui segretario, Epifani, alla sola idea che un accordo è possibile ha subito detto: la scuola, la cassa integrazione e gli esodati vengono prima. E vai con gli sbandieratori.
A commento del vertice governativo, assai tardivo, il vice presidente, Alfano, ha spedito via twitter: “incontro costruttivo”. Che bello, ma sarà bene non sfugga a nessuno quanto è distruttivo il caos che continuano ad alimentare. Mentre le imprese (dati Confartigianato) pagano l’8,3% di Imu in più, rispetto al 2012, e il 17,6 in più di tassa sulla spazzatura (altra patrimoniale mascherata), le famiglie non sanno cosa, se e quando devono pagare. Mi par di capire che a lor signori non fa una gran differenza, ma per la gran parte dei contribuenti l’incertezza moltiplica la paura e fa scendere i consumi. Ricetta assai nociva.
Chiudano questa commedia. O chiudano bottega. In ogni caso sappiano che stanno chiudendo le botteghe altrui.
Pubblicato da Il Tempo