Portare la guerra in casa iraniana e siriana, per evitare che siano loro a portarla in casa nostra. Le parole della diplomazia non possono che essere diverse, ma resterebbero parole vacue se non fossero rette da una minaccia reale. Le parole del governo italiano, purtroppo, segnalano un pericoloso disallineamento dall’Europa e dalla comunità Atlantica.
L’Iran corre verso la tecnologia atomica, dichiarandolo apertamente, ripetendo le minacce esplicite ad Israele e finanziando i terroristi. La Siria corre verso l’atomica in modo nascosto, acquisendo strumentazione dismessa dalla Corea del Nord, continuando ad intervenire sanguinosamente in Libano e sostenendo i terroristi. Quando scrivo terroristi intendo le formazioni di Hezbollah ed Hamas, le stesse che, secondo il governo italiano, dovrebbero essere coinvolte nel processo di pace, anzi, quelle al cui benestare si dovrebbe subordinare la pace e la soluzione del problema palestinese. Per sconfiggere i terroristi occorre estinguere la fonte che li sostiene, ed è colmo di significato che Israele abbia dichiarato Gaza (ovvero il territorio dal quale si è volontariamente ritirata) entità ostile dopo avere ottenuto il prezioso successo militare, consistente nel bombardamento di materiale nucleare in territorio siriano. Tutto il mondo democratico sa bene che non sarà possibile la convivenza pacifica con le mire politiche di quei due Paesi, e che se si dotano di nucleare la situazione si farà drammatica. C’è una sola strada ragionevole: impedirlo.
La scacchiera è complessa. Si deve tenere conto degli umori russi, eredi del sostegno sovietico a formazioni che mantengono la medesima finalità: contrastare gli interessi dell’Occidente, i nostri. Non si devono dimenticare i rapporti con gli altri Paesi islamici, che sarebbero, del resto, felici di vederli affogare, benché oggi godano nel vederci soffrire. Ma la malapianta va strappata prima che coaguli altri interessi malati. Ha fatto bene Kouchner (ministro francese formatosi nella sinistra) a chiarirlo.
In Italia si sottovaluta la politica estera, per questo richiamo l’allarmata attenzione sui tragici errori commessi da un governo che trascura la gravità dei fatti, si occupa solo dei riflessi interni e nasconde la sostanza dietro il paravento delle formalità diplomatiche.