Politica

La Commissione c’è

giacalone fitto

Non è che una mattina c’è la dissoluzione e quella appresso la risoluzione. La voglia di spettacolarizzare tutto finisce con il fornire un brutto spettacolo. Non c’è stallo o ritardo nella formazione della Commissione europea, perché questi sono i tempi previsti e che devono tenere conto del fatto che prima si elegge il Parlamento, poi c’è la designazione del presidente della Commissione, da parte del Consiglio europeo, ergo il voto parlamentare. Da giugno a luglio non pare davvero troppo.

Poi tocca agli Stati nazionali (che hanno utilizzato, Italia compresa, tutto il tempo disponibile) designare i commissari, ergo si forma la compagine, si fanno le audizioni parlamentari e si chiude con il voto. Nel frattempo si fanno mille polemiche, anche perché chi non approvò il programma von der Leyen, come Fratelli d’Italia, ora dice di condividerlo in pieno.

Il compromesso è una bella cosa e si trova, a dispetto delle geremiadi che camuffano l’antieuropeismo di cui (giustamente) si prova pudore.

Davide Giacalone, La Ragione 21 novembre 2024

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