La Nato è stata un presidio di libertà, un privilegio per i Paesi cui la fine della seconda guerra mondiale consentì di trovarsi dalla parte fortunata della cortina di ferro. Berlinguer riconobbe che sotto il suo ombrello si sentiva più sicuro, non ebbe il coraggio, sconosciuto ai suoi successori, di raccontarla tutta: il Partito Comunista Italiano era economicamente dipendente e politicamente condizionato dai nemici del Patto Atlantico, dai sovietici. Era ovvio che il loro capo si sentisse meglio quando i padroni non potevano nuocergli più di tanto. Ora, però, quello strumento deve essere maneggiato con prudenza, perché i tempi cambiati ne mutano il significato.
Firmata nel 1949, la North Atlantic Treaty Organization aveva una missione chiarissima: se l’Unione Sovietica avesse attaccato anche solo uno dei Paesi aderenti, tutti gli altri si sarebbero trovati automaticamente in guerra contro l’aggressore. Perfetto, perché il nemico era quello. Il Patto di Varsavia fu firmato dopo, nel 1955, ed aveva il solo scopo di ribadire il non diritto all’autodeterminazione per i popoli che si trovavano sotto il tallone della dittatura comunista. Dieci anni dopo il crollo del muro di Berlino, nel 1999, entrarono nella Nato la Repubblica Ceca, la Polonia e l’Ungheria. Nel 2004 hanno aderito Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania, Romania, Slovacchia e Slovenia. La Nato si allarga, ma manca la chiarezza del nemico. Vuoi per l’imporsi del terrorismo islamico, vuoi perché la Russia può coltivare tutti i suoi fantasmi imperiali, ma non è un sistema alternativo e distruttivo, come l’Urss.
Attenzione, adesso: la storia delle frizioni, fra la Russia zarista prima e l’impero comunista dopo, con i popoli vicini è lunga, complessa, in gran parte non frequentata dalla letteratura occidentale. Nel caso della Georgia, quel Paese ha diritto alla libertà, ma l’intervento in Ossezia non mancava d’essere provocatorio. I russi ne approfittano per ritardare la ritirata e far fare una figura meschina agli europei. Estendere a queste crisi la copertura che la Nato ideò nel 1949 è pericoloso. Disturbano quelli come Shoereder, ex cancelliere tedesco, ora pagato da Gazprom, che si rallegrano perché la Georgia è fuori dalla Nato, ma averla dentro potrebbe comportare la guerra ai russi. Da brividi.